Per la discarica di Bussi la bonifica della Edison

La scadenza è arrivata: la bonifica dell’area più inquinata d’Europa sembra più vicina, la Edison avrebbe provveduto ad inviare i progetti per la discarica Tre Monti, scoperta nel 2007 nel sito industriale di Bussi sul Tirino.

Dopo il tavolo tecnico di giugno, allestito presso il ministero dell’Ambiente, era arrivato l’ultimatum alla Edison Spa, alla quale spetta la bonifica che la Val Pescara attende da anni. Il progetto, secondo il quotidiano Il Centro, sarebbe stato presentato nei tempi stabiliti, ossia entro il 15 ottobre. La conferma è arrivata dall’ingegner Laura D’Aprile, dirigente del settore bonifiche e risanamenti del Ministero. La Edison avrebbe presentato anche il progetto di risanamento relativo all’altro sito inquinato, quello di Piano d’Orta. Non è ancora chiaro però quale sia il metodo scelto; difficile che qualcuno, pubblico o privato, si assuma l’onere di raccattare tutte le porcherie e trasferirle in luogo idoneo allo smaltimento. Tuttavia altrettanto difficile sarebbe procedere alla realizzazione di quello che il defunto commissario straordinario, Adriano Goio, definì sarcofago, una sorta di tomba in loco. Intanto si attende la conferenza dei servizi istruttoria, già fissata al 31 ottobre, dalla quale potrebbero emergere conferme e ulteriori novità sula bonifica dell’area, che tra l’altro potrebbe tradursi anche in una occasione straordinaria per creare occupazione. E visto che il compito spetta alla Edison Spa, pochi giorni fa la giunta regionale ha spostato i 18,5 milioni di fondi pubblici del Masterplan destinati a Bussi, trasferendoli sulla viabilità dissestata e sulle tante strade franate.

Intanto il Wwf sospende il giudizio sul progetto Edison, non ancora reso noto, e sottolinea la necessità imprescindibile di procedere prima alla caratterizzazione spinta dei materiali interrati nel sito di Bussi. Solo dopo si potrà decidere cosa debba essere asportato e cosa sia possibile smaltire in loco.

 

LE PERPLESSITA’ DEL FORUM H2O

Il progetto presentato da Edison sulla discarica Tremonti non è un progetto di bonifica e prevede interventi minimali sugli inquinanti, senza la rimozione della stragrande parte del materiale contaminato, la fonte di inquinamento.  Per il Forum H2O è un progetto – se tale può essere definito vista la consistenza degli elaborati – totalmente inaccettabile. Aspettavamo documenti corposi, cronoprogrammi, costi, previsioni di rimozione totale delle masse di rifiuti interrati e terreni contaminati per decine di migliaia di mc. Tempi certi. Le poche decine di pagine di elaborati depositati ci paiono di fatto costituire uno studio di fattibilità limitato in gran parte ad interventi a valle che non risolvono a monte il problema. Non è una bonifica ma al massimo una parte, peraltro basata su iniziative neanche di sicuro successo, della messa in sicurezza di emergenza. Non si procede, quindi, a togliere il materiale che produce inquinamento. In tutto è prevista la rimozione di 600 mc di materiali a fronte di oltre 150.000 mc di terreni e rifiuti contaminati stimati dalle caratterizzazioni della Procura e del Commissario. Sostanzialmente la proposta di Edison prevede il completamento della palancolatura, che fu presentato come intervento di messa in sicurezza di emergenza da Goio. Poi un telo di plastica fissato a mo’ di barriera nella parte nord per cercare di confinare la falda. Infine alcuni interventi come l’ossidazione chimica in alcuni punti i più critici (determinati a nostro avviso in maniera incompleta) con trattamento sempre a valle delle acque. Facciamo notare che queste modalità di intervento sono in alcuni casi presentate come “campo di prova” perchè non sono soluzioni certe. Inoltre agiscono, forse, solo su alcune tipologie di inquinanti presenti nell’area e non su tutte le sostanze trovate in questo decennio. Gli elaborati, tra l’altro, sono pieni di rimandi ad ulteriori indagini integrative, di elementi di incertezza, di condizionali. Si parla addirittura di tecniche da usare nel caso in alternativa (quindi non è stata neanche fatta una scelta). Un documento, insomma, esplorativo nonostante la montagna di dati esistenti. Avevamo già contestato il rinvio ad ulteriori indagini integrative concesso il 30 novembre scorso dal Ministero dell’Ambiente. Avevamo ragione a considerarlo un errore clamoroso. A nostro avviso qui si fa melina mentre la Valpescara soffre.

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