Ordine Avvocati l’Aquila: Maurizio Capri nuovo presidente tra le polemiche

L’avvocato Maurizio Capri, ex assessore comunale dell’Aquila nella Giunta di centrosinistra guidata da Cialente, è il nuovo presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati dell’Aquila.

Ma sulla nomina, il direttivo composto dagli 11 eletti nella consultazione di inizio aprile, si è spaccato: secondo quanto emerge da fonti forensi, per la prima volta non ha eletto all’unanimità il massimo rappresentante. La votazione che si è svolta in un clima di tensione e polemiche, ha visto sette voti a favore di Capri, esponente del Pd, il secondo più votato alle elezioni con 222 preferenze, e tre a favore dell’avvocato Anna Maria Ranalli, con 243 voti, la più gettonata nella consultazione di inizio aprile. Si è astenuto l’avvocato Pierluigi Pezzopane, in aperto dissenso con quanto stava accadendo e anche con la linea tenuta dalla sua lista. Ranalli, ex assessore della Giunta aquilana di centrodestra guidata da Biagio Tempesta, che sarebbe stata il primo presidente donna, in una nota parla di “un clamoroso colpo di mano che ha sovvertito i risultati delle urne”. Gli avvocati, Francesca Bafile, che ha ottenuto 177 voti, è stato nominata segretario, Gianluca Di Genova (191), tesoriere. La dura nota di Ranalli è destinata a determinare una lunga scia di polemiche.

“Tutto ciò – scrive ancora il legale – si è reso possibile attraverso un’intesa poco ortodossa raggiunta dalla lista dell’avvocato Maurizio Capri con un’altra lista collaterale e con il voto di Francesca Bafile, presidente uscente del comitato Pari opportunità presso il Consiglio dell’ordine dell’Aquila”. Secondo Ranalli, con questo risultato, “sono rimaste tradite le aspettative dell’avvocatura aquilana che si era palesemente espressa, indirizzando i suoi maggiori consensi sulla mia persona”. “Le logiche di mera ambizione personale hanno prevalso ed hanno così definitivamente vanificato l’opportunità, già salutata con grande favore nel contesto forense e dalla cittadinanza, di avere per la prima volta una donna al vertice del massimo organismo di rappresentanza dell’avvocatura, con conseguenti notevoli malumori nell’ambiente giudiziario”.