L’Aquila, Sprar. Fi e Aquila futura: “Nessuna crisi, leali con il sindaco”

Non c’è alcuna crisi in maggioranza, nessuna spaccatura nell’amministrazione di centrodestra in Consiglio comunale all’Aquila. Rimarcano la totale lealtà al sindaco Pierluigi Biondi di Fratelli d’Italia gli esponenti di Forza Italia e L’Aquila Futura.

A garantire che tutto va bene dopo le polemiche esplose la settimana scorsa sul voto dei due gruppi consiliari sull’ordine del giorno presentato da una lista di opposizione (Il Passo possibile) per ampliare lo Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati, anche a tutela dei minori non accompagnati – sono stati questa mattina i consiglieri delle due parti politiche incriminate e l’assessore alle Politiche sociali Francesco Bignotti e il vicesindaco Guido Quintino Liris. Una conferenza stampa fiume per cercare di riportare un po’ di ordine nella bagarre in atto da tempo in seno al centrodestra, bagarre nella quale i maligni vorrebbero leggere una lotta tra Lega e Forza Italia per la conquista di posti più autorevoli in giunta, e in cui si è inserito furbescamente il centrosinistra, andando a colpire quello che è il tallone d’Achille della maggioranza: la sua difficoltà a dialogare, condividere, concertare proposte e provvedimenti, in un momento di confusione e di – volendo parafrasare i consiglieri di centrodestra – mancanza di comunicazione tra le diverse anime della maggioranza. Lo Sprar già c’è, nulla di nuovo dunque sotto il cielo aquilano, sottolinea Guido Quintino Liris vicesindaco forzista. Insomma, è la Lega – secondo i forzisi e L’Aquila futura, a non essersi accorta o ricordata che già a ottobre, la presidente Elisabetta De Blasis portò in terza commissione la problematica Sprar, la cui proporoga è stata votata poi in Giunta a dicembre. Come faceva Fratelli d’Italia a non saperlo? Insomma: come dire che la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra.Certo è che la sinistra ha saputo giocare su questa incomprensione, preparano, probabilmente, una sorta di ordine del giorno-tranello in cui far cadere la maggioranza – diciamolo pure – un po’ in relax.

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