L’Aquila: Incontro a Bukavu tra il Prof. Barone ed il Premio Nobel Mukwege

Un incontro di estremo prestigio ed onore per il docente dell’Università de L’Aquila Francesco Barone che lo scorso 4 gennaio ha incontrato in Congo il Nobel per la Pace Mukwege.

Francesco Barone, originario di Bussi sul Tirino e Docente presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, lo scorso 4 gennaio ha ricevuto il Documento in cui Denis Mukwege – Premio Nobel per la pace 2018, denuncia quanto accaduto e quanto ancora accade nella Repubblica democratica del Congo. L’incontro è avvenuto nella città di Bukavu nella sede dell’ospedale PANZI dove Mukwege svolge l’attività di medico. Come è noto Denis Mukwege, nel corso dei ultimi decenni ha provveduto a curare migliaia di persone, soprattutto donne, vittime di violenze e stupri. La situazione in Congo è drammatica. Francesco Barone, ha svolto 51 missioni umanitarie in Africa: Ruanda, Burundi, Sengal e Congo. E’ reduce dall’ultimo viaggio a Goma dove coordina progetti finalizzati al sostegno dell’infanzia vulnerabile. In particolar modo gli interventi umanitari riguardano gli orfanotrofi Flamme d’amour e Mama wa wote, oltre all’aiuto concreto ai bambini di strada e al Centro per il recupero psicologico degli ex bambini soldato. Per non dimenticare la questione dei bambini ospedalizzati che rischiano di rimanere “imprigionati” a causa delle impossibilità economiche dei familiari per pagare le spese sanitarie. Grazie al nostro intervento, tanti bambini sono stati “liberati”. Durante l’ultimo viaggio, inoltre, sono stati avviati i lavori per la realizzazione di un Centro con lo scopo di garantire cibo, medicine, vestiti e scarpe ai bambini e alle famiglie che vivono in condizioni di evidente precarietà. Il Centro si chiamerà Kwetu – Gli amici di Francesco a dimostrazione dell’impegno e della sensibilità di numerose persone che sostengono tali interventi.

“Appesantiti dal sonno della materia e troppo impegnati a rafforzare in nostro egoismo, stiamo correndo il rischio di diventare estranei a noi stessi. In questo mondo diviso e non condiviso c’è bisogno di più cuore. Assoggettati ai linguaggi che stanno costruendo una nuova mondializzazione, siamo portatori di un prodotto preconfezionato contrassegnato da ingiustizie e prevaricazioni. Troppo spesso, sono in tanti a rivolgere lo sguardo dall’altra parte, per queste ragioni ho deciso di continuare con l’azione di sensibilizzazione e di sostegno a Denis Mukewge, convinto che il bisogno principale sia quello di avere una Pace concreta e duratura”.

Ha inoltre dichiarato Denis Mukwege:

“La situazione nella Repubblica Democratica del Congo è catastrofica. Le violenze, i massacri, l’insicurezza diffusa e la mancanza flagrante di educazione creano una spirale di violenza senza precedenti. Il bilancio umano di questo caos perverso e organizzato: centinaia di migliaia di donne sono state stuprate, più di 4 milioni di profughi all’interno della nazione e la perdita di 6 milioni di vite umane. Il rapporto del Progetto Mapping, stabilito dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, parla di non meno di 617 crimini di guerra e crimini contro l’umanità e forse perfino crimini di genocidio. Solo la lotta contro l’impunità può rompere la spirale di violenze. Chiudere gli occhi davanti a a questo dramma è esserne complici. Non sono solo gli autori delle violenze i responsabili dei loro crimini ma anche coloro che scelgono di voltare lo sguardo dall’altra parte. Tutti noi abbiamo il potere di cambiare il corso della storia quando le convinzioni per le quali ci battiamo sono giuste. Il popolo Congolese esige dalla Comunità Internazionale di prendere in considerazione il Rapporto Mapping delle Nazioni Unite.”