L’Aquila, il Gssi inaugura l’anno accademico. Coccia: “Il Miur raddoppi i finanziamenti”

Oggi l’inaugurazione dell’anno accademico del Gssi, la Scuola universitaria superiore più giovane d’Italia, con ospiti illustri e l’intervento dei premi Nobel Rubbia e Barish. Ma i finanziamenti sono ancora pochi.

E’ la più giovane delle 5 Scuole superiori italiane, nata come progetto sostenuto dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (l’Ocse), istituito come una nuova scuola di specializzazione italiana nel 2016, dopo un periodo sperimentale di tre anni in cui i successi scientifici raggiunti sono stati tantissimi.

La “carriera” del Gssi è stata rapidissima. Oggi apre e celebra oggi il suo terzo anno accademico come scuola superiore d’eccellenza, la più a sud d’Italia, al di sotto dell’istituto di Pisa, cuore pulsante della ricerca scientifica dell’Aquila. Una sfida, si può dire, vinta dalla città colpita dal terremoto dieci anni fa, quando quello che prima era un centro studi dell’Infn fu selezionato dall’Ocse come fulcro dell’attività scientifica in Italia e in Europa.

Tanti gli ospiti illustri del Gssi nella giornata di oggi, con l’intervento anche dei protagonisti delle attività scientifiche della Scuola, che accoglie professori, ricercatori e studenti selezionati a livello internazionale seguendo i migliori standard delle scuole di specializzazione di tutto il mondo, dove si cercano la materia oscura, le onde gravitazionali (“e si trovano anche”, ha detto il rettore Eugenio Coccia), dove si indaga nel settore della matematica applicata, si studia come crescono le radici delle piante e come comunicano fra loro (gli alberi – ad esempio – “si parlano” con le radici, come una rete neuronale, come se fosse un cervello umano, e alberi lontani si “dicono” se ci sono parassiti che possono mettere in pericolo la loro sopravvivenza). Al Gssi si studiano l’evoluzione umana – con la prospettiva di evoluzione verso una “specie diversa di cui vediamo le prime avvisaglie” e lo sviluppo territoriale, il comportamento economico, delle persone e delle comunità, s’indagano il capitale umano e le migrazioni.

Sono soltanto alcuni dei settori indagati dagli scienziati del Gran Sasso science institute, che vede lavorare insieme scienziati del calibro – solo per citarne una – di Marica Branchesi, ricercatrice tra le 10 personalità scientifiche più importanti al mondo secondo la rivista scientifica “Nature”e tra le 100 persone più “influenti” al mondo secondo il “Time”.

Al loro fianco colui che il rettore definisce “l’angelo custode” della Scuola: lo scienziato Carlo Rubbia, “fonte continua d’ispirazione” per docenti e studenti e ospite d’onore alla cerimonia di inaugurazione.

Ma c’è un ostacolo da superare: quello del finanziamento, ancora insufficiente per sostenere una Scuola che attira decine di scienziati e dottorandi, e che ha bisogno, per mantenere il suo standard, di raddoppiare i finanziamenti, passando dagli attuali 4 milioni a 8 milioni di euro.

La cerimonia è stata aperta dalla relazione del rettore, che ha fatto il punto sul primo importante tratto di strada percorso dal Gssi, facendo il quadro dei progetti futuri che impegneranno la Scuola.

“Dopo il triennio sperimentale, e i due anni vissuti come istituzione universitaria superiore – ha detto Coccia – sarà questo il momento di fare un primo bilancio. Siamo l’università più giovane e più internazionale d’Italia, con circa metà dei nostri allievi provenienti dall’estero. Il focus di quest’anno è sulle nostre ricercatrici e ricercatori, che stanno dimostrandosi all’avanguardia dell’attività scientifica a livello mondiale”.

Seguirà Fisiche, plurale femminile, interventi di tre ricercatrici del GSSI: oltre a Marica Branchesi che ha raccontato l’astronomia multimessaggera e le onde gravitazionali e le rivoluzionarie scoperte della collaborazione Ligo–Virgo, anche Elisabetta Baracchini – che ha recentemente ottenuto un ERC Consolidator Grant da due milioni di euro – illustrerà le sue ricerche sulla materia oscura nel contributo L’oscuro canto del cigno. Karoline Schäffner – vincitrice di un Max-Planck Research Grant da oltre tre milioni di euro – ci parlerà del suo esperimento COSINUS, le scintille dell’invisibile, che mira alla rivelazione diretta della Dark Matter.

Hanno concluso la prima parte della cerimonia le riflessioni del Nobel e senatore a vita Carlo Rubbia e del Nobel Barry Barish, insignito lo scorso anno del riconoscimento dell’Accademia di Svezia per il suo impegno nella rivelazione delle onde gravitazionali.

La lectio magistralis è affidata quest’anno all’economista Maurizio Franzini, presidente f.f. dell’ISTAT. Dalle sue parole scopriremo Le conseguenze economiche delle innovazioni tecnologiche, un tema attualissimo e di grande interesse per il GssiI e per il futuro del nostro Paese.

A completare le cerimonia, il concerto di un quartetto dei Solisti aquilani, nel 50° anniversario della fondazione, sarà l’occasione per testimoniare la vitalità della tradizione musicale della città.

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