Inchiesta Parco Lavino: respinta interdizione per D’Incecco, accolta per Marcantonio

Respinta la richiesta di interdizione temporanea dai pubblici uffici nei confronti di Paolo D’Incecco, dirigente del settore Lavori pubblici della Provincia di Pescara.

Accolta, invece, la richiesta di interdizione temporanea dall’esercizio della professione per Gianluca Marcantonio, architetto di uno studio professionale con sede a Montesilvano (Pescara). E’ quanto ha deciso il gip del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, in merito alla richiesta di applicazione di misure interdittive, formulata dal pm Anna Rita Mantini, a carico di due dei nove indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto da 3,5 milioni di euro per la realizzazione del Parco del Lavino a Lettomanoppello (Pescara), inserito tra i 77 progetti del Masterplan e che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe stato oggetto di una vera e propria spartizione. Il gip ha respinto la richiesta di interdizione per D’Incecco poiché, pur riconoscendo la fondatezza del quadro indiziario, ha ritenuto che, lavorando attualmente D’Incecco per il Comune di Pescara e non più per la Provincia, non sussista il pericolo di reiterazione reato. Ha invece applicato sei mesi di sospensione dall’esercizio professionale nei confronti di Marcantonio. L’inchiesta della Procura pescarese, condotta dalla Squadra Mobile della città adriatica, conta tra gli indagati, oltre a D’Incecco e Marcantonio, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, i collaboratori di Marcantonio, Giovanni Ciccone e Mauro Zaccagnini, il presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, l’architetto ed ex assessore provinciale Enrico Di Paolo, l’ingegnere Tino Di Pietrantonio e il collaboratore del governatore nell’ufficio di Presidenza regionale Fabio Ferrante. Le accuse, a vario titolo, sono di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione e falso ideologico in atto pubblico.