Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti dell’8 giugno: zero morti e zero contagi

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di lunedì 8 giugno: oggi zero morti e zero contagi. Partita la App Immuni. In Italia torna a salire il numero giornaliero dei nuovi contagi.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

Ore 17.13 – App Immuni: in Abruzzo qualche problema di download

Ore 15.20 – Covid 19 Abruzzo: Parruti, “Attenzione ai portatori asintomatici”

Ore 15. 05 – Covid Abruzzo: il bollettino di oggi, lunedì 8 giugno

Ore 13.ooCovid 19 Abruzzo, gestori locali da ballo non ci stanno: vogliono riaprire

Ore 12.30– Covid 19, effetto montagna a Prati di Tivo. Tante prenotazioni per questa estate

Ore 11,3oCovid 19 Abruzzo: ultimo giorno di scuola, poi la maturità al tempo del Coronavirus

Ore 10,30 – Covid 19 Pescara, Cisl e Adiconsum chiedono a TUA il ripristino delle corse

Ore 9.30Covid 19, l’appello social del questore a L’Aquila

Ore 0.00Covid 19, in Abruzzo attiva la app Immuni

 

LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Torna a salire il dato giornaliero dei contagi da coronavirus in Italia. Rispetto a ieri si registra un incremento di 280 casi (ieri erano 197 in più rispetto al giorno precedente). Il numero complessivo dei contagiati è di 235.278, il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia i nuovi contagiati sono 194 in più, mentre ieri l’incremento era stato di 125 casi, pari al 69,2% dell’aumento odierno in Italia. Dai dati della Protezione Civile emerge che sono 7 le Regioni con zero nuovi casi: Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata. Sono 65 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto alle 53 di ieri. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 32, mentre ieri erano 21. I morti complessivi salgono così a 33.964. Dai dati della Protezione Civile emerge che ci sono 11 regioni senza vittime: Marche, Campania, Puglia, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata. Sono 283 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia, 4 meno di ieri. Di questi, 107 sono in Lombardia, lo stesso numero di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 4.729, con un calo di 135 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare scendono per la prima volta dal 24 marzo sotto i trentamila – oggi sono 29.718 – con un calo di 393 rispetto a ieri. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile. Sono 34.730 i malati di coronavirus in Italia, 532 meno di ieri, quando il calo era stato di 615.

Nel dettaglio – secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione Civile – gli attualmente positivi sono 19.319 in Lombardia (-101), 3.866 in Piemonte (-96),2.282 in Emilia-Romagna (-46), 1.080 in Veneto (-5), 721 in Toscana (-29), 248 in Liguria (+5), 2.615 nel Lazio (-75), 1.075 nelle Marche (-84), 717 in Campania (-8), 698 in Puglia (-35), 81 nella Provincia autonoma di Trento (-1), 853 in Sicilia (-9), 144 in Friuli Venezia Giulia (-7), 632 in Abruzzo (-21), 97 nella Provincia autonoma di Bolzano (0), 29 in Umbria (0), 56 in Sardegna (-3), 8 in Valle d’Aosta (-1), 77 in Calabria (-14), 119 in Molise (-1), 13 in Basilicata (-1). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 16.302 (+32), Piemonte 3.954 (+13), Emilia-Romagna 4.179 (+4), Veneto 1.955 (+1), Toscana 1.074 (+4), Liguria 1.505 (+6), Lazio 763 (+3), Marche 991 (+0), Campania 426 (+0), Puglia 525 (+0), Provincia autonoma di Trento 464 (+0), Sicilia 278 (+1), Friuli Venezia Giulia 340 (+1), Abruzzo 418 (+0), Provincia autonoma di Bolzano 292 (+0), Umbria 76 (+0), Sardegna 131 (+0), Valle d’Aosta 144 (+0), Calabria 97 (+0), Molise 23 (+0), Basilicata 27 (+0). I tamponi per il coronavirus sono finora 4.263.647, in aumento di 27.112 rispetto a ieri. I casi testati sono finora 2.643.489.

Test sierologici: alla Croce rossa serve più tempo perché i cittadini con collaborano molto. “Onestamente ci aspettavamo più adesioni, più che altro perché c’era stata una grande mobilitazione popolare con la voglia di sottoporsi a tamponi e analisi per sentirsi sicuri”, ha sottolineato Valastro, vicepresidente nazionale della Croce Rossa.”Ci aspettavamo maggiore adesione dai cittadini. Prorogheremo l’indagine sino a fine giugno”. ha detto Valastro a ‘Radio1 giorno per giorno’ a proposito dell’indagine nazionale epidemiologica con test sierologici per mappare la circolazione del SarsCov2 sul territorio, predisposta dall’Istat e partita due settimane fa. Sulle ragioni della bassa disponibilità dei cittadini a sottoporsi ai test sierologici, Valastro spiega: “Abbiamo pagato lo scotto di un acuirsi delle fake news sui social, una presenza eccessiva di varietà di test, alcuni dei quali sono stati poi ritirati dal commercio, mentre questi attuali sono i più sicuri, e poi anche a causa di una non completa informazione, dal momento che la campagna di comunicazione sull’indagine epidemiologica è stata avviata parallelamente all’avvio delle telefonate. Tant’è che poi l’adesione è andata un po’ crescendo. L’appello che lanciamo a coloro che hanno ricevuto un sms di preallerta è che quando arriveranno le telefonate (solo e unicamente dallo 06-5510 come prime cifre) sappiano che non si tratta di pubblicità o altro, si tratta di un prelievo fatto in una struttura accreditata ed entro 15 giorni avrete i risultati della presenza o meno degli anticorpi”.

L’Italia scende al settimo posto nella classifica mondiale dei Paesi con più casi di Covid-19. L’ultima a superarla è stata l’India, che ha registrato finora circa 258.000 casi, portando il totale al di sopra di quello italiano, pari a quasi 235.000. È quanto emerge dalle stime della John Hopkins University. In cima alla classifica dei contagi ci sono gli Stati Uniti, con quasi 2 milioni, quindi Brasile (circa 691.758), Russia (476.043), Regno Unito (287.621), India (258.090) e Spagna (241.550). In India, dove nelle ultime ore c’è stato un forte aumento dei casi e il sistema sanitario è sull’orlo del collasso, oggi hanno riaperto centri commerciali, luoghi di culto, ristoranti e uffici.

Secondo il ministro Francesco Boccia non tutte le regioni hanno saputo reagire allo stesso modo nella gestione del Covid. “Tutte le regioni hanno ricevuto un massiccio aiuto del governo e centinaia di milioni di materiali, ma non tutte hanno guidato brillantemente il processo di trasformazione per adeguarsi al Covid-19. Su queste differenze abbiamo il dovere di riflettere su quanto potenziare la sanità pubblica nella prevenzione territoriale”. Così il ministro Francesco Boccia nel suo intervento alla direzione Pd. “La leale collaborazione tra diversi livelli istituzionali ricordata ieri dal Presidente della Repubblica – sostiene Boccia – era l’unica strada possibile in questi mesi che ci ha consentito di tenere insieme le 21 diverse organizzazioni territoriali della sanità, che da Costituzione sono regionali e delle due province autonome. Le regioni in cui la prevenzione territoriale pubblica era più forte, penso al Lazio, hanno retto meglio di altre l’urto della riorganizzazione durante l’emergenza sanitaria”.

 

 

Un vaccino fatto come uno spray nasale potrà essere una delle nuove frontiere contro il Covid-19. È infatti una delle sperimentazioni che si sta portando avanti in Brasile grazie a un lavoro dell’Università di San Paolo. Il gruppo di lavoro ha sviluppato una nanoparticella da una sostanza naturale, al cui interno viene collocata una proteina virale. Una volta somministrato nelle narici, il prodotto dovrebbe produrre IgA secretoria, cioè anticorpi presenti nelle secrezioni dell’organismo, come la saliva o le lacrime. Questo nuovo modello di immunizzazione è già stato testato nei topi, ma per l’Epatite B. Ora, invece, l’attenzione è passata a svilupparne la modalità per il Covid-19. “Oltre a inibire l’ingresso del patogeno nella cellula, il vaccino impedirà la colonizzazione nel sito di applicazione”, spiega Marco Antonio Stephano, della Facoltà di Scienze farmaceutiche dell’ateneo. La nanoparticella ha proprietà simili a quelle del muco: rimane nelle narici per 3-4 ore fino a quando non viene assorbita dal corpo per attivare la risposta immunitaria. Questa caratteristica impedisce all’antigene di essere espulso dal corpo con un semplice starnuto. Secondo il gruppo di lavoro i primi prototipi di questo vaccino dovrebbero essere pronti in tre mesi, quando si inizieranno i test sugli animali. Per garantire l’immunizzazione, spiegano gli studiosi, saranno necessarie 4 dosi, due in ciascuna narice, somministrate a distanza di 15 giorni.

La movida che si è vista nelle strade di molte città italiane anche nel fine settimana appena trascorso “è un comportamento che in determinate situazioni e condizioni diventa irresponsabile, non credo si possa definire diversamente. Far la parte del censore non è piacevole ma non è il momento di fare queste cose, oggettivamente. E lo dico senza nessun interesse, perché non ho mai preso una lira per i miei interventi”. Così, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3, Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Qualche focolaio collegato a comportamenti poco attenti lo abbiamo già avuto”. E “il vero problema – ha aggiunto Galli – è che non ce ne si accorga subito, perché allora difficilmente li fermi e si rischia di dover bloccare di nuovo parte del paese”. “Abbiamo la grande occasione – ha concluso – di contenere il virus in un rischio sempre inferiore. Ma se le cose corrette non si fanno, possiamo trovarci di nuovo il problema addosso con tutte le sue caratteristiche peggiori”.

Dopo l’impennata di venerdì, continua il calo dei nuovi contagiati dal coronavirus in Italia: nelle ultime 24 ore i casi registrati sono 197, una settantina meno di sabato, e scende anche l’incremento delle vittime: 53 in più, un dato che non si registrava dal 2 marzo.

“Siamo usciti dalla fase acuta – conferma il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri – Quella come l’abbiamo vissuta fino ai primi di maggio non c’è più e ora siamo in una fase di convivenza con il Covid 19, con una situazione che è molto sotto controllo grazie alle misure adottate”. Ma ciò, come ricorda il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, non significa che l’emergenza è finita: “se ne esce solo quando avremo il vaccino”. I numeri sono comunque positivi, anche se bisogna considerare che rispetto a venerdì sono stati fatti 23mila tamponi in meno: 615 attualmente positivi meno di sabato, altri 6 ricoveri in meno in terapia intensiva che fanno scendere il totale a 287 pazienti, i ricoverati con sintomi che per la prima volta dal 9 marzo tornano sotto i cinquemila e ora sono 4.864. Ancora, 759 guariti e dimessi in più rispetto a sabato, con il totale che è arrivato a 165.837, sei regioni con zero nuovi casi e ben 10 senza vittime: Marche, Campania, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Basilicata e Molise.

 

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.