Chieti, Confcommercio dice no ai saldi precoci

Chieti, Confcommercio dice no ai saldi precoci. Le critiche riguardano la data del 5 gennaio fissata per l’inizio delle svendite di fine stagione.

I saldi invernali dal 5 gennaio, come deciso dalla conferenza Stato-Regioni, non si devono fare, dice la Confcommercio, che propone invece la data del 23 gennaio. L’idea sembra accomunare la maggioranza dei commercianti teatini, come si evince dai risultati di un recente sondaggio a campione commissionato dalla stessa Confcommercio. Il 70% dei commercianti interpellati chiede che le date di partenza dei saldi stagionali siano posticipate, ma anche il restringimento della durata degli sconti. I commercianti hanno anche ribadito l’opportunità di vietare le vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti il periodo dei saldi, come del resto stabilito dalla legge regionale.

“L’avvio al 5 gennaio – afferma Marisa Tiberio, presidente Confcommercio Chieti – penalizza oltremodo i piccoli commercianti perché fa subire una brusca frenata agli acquisti durante il mese di dicembre, tradizionalmente dedicato allo shopping. Qualora questa ennesima anticipazione dei saldi dovesse essere confermata in Abruzzo, ribadiremo la nostra ferma contrarietà a tale ipotesi anche nella prossima Conferenza di Servizio delle quattro Camere di Commercio abruzzesi che si terrà, a breve, a Pescara, nella sede della Regione. E ciò anche a costo di chiedere l’urgente modifica dell’attuale legge regionale vigente. I saldi rappresentano veramente le vendite di fine stagione e hanno lo scopo di smaltire le sempre pesantissime rimanenze che si generano inevitabilmente nel sistema della filiera a causa dei rapporti con una produzione vorace e vessatoria. Anticipare i saldi invernali sarebbe assolutamente deleterio per una categoria che già vive, da tempo, un periodo storico difficile”.