L’associazione bancaria italiana (Abi) chiede una deroga alle norme europee per evitare che famiglie e imprese colpite dal sisma nel Centro Italia nel 2016 non possano accedere ai benefici della sospensione di mutui e prestiti perché a rischio rimborso
La richiesta riguarda tutte le regioni colpite dal terremoto del 2016: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. A spiegare il tema è stato il direttore generale dell’associazione bancaria Giovanni Sabatini, in audizione sulla Manovra:
“Abbiamo il paradosso che, anche se la banca vuole aiutare il cliente a uscire da una situazione di difficoltà spalmando in un periodo più lungo la restituzione del debito, non può farlo perché rischia di pregiudicare la condizione del beneficiario, di fatto rendendogli molto più difficile la possibilità di ottenere nuovi finanziamenti”.
Le banche sono soggette a disposizioni di vigilanza europee che considerano tali operazioni misure di “concessione” (forbearance); questo comporta la classificazione del beneficiario in soggetto che ha goduto di una misura di concessione (forborne). In sostanza, le condizioni di rimborso del finanziamento si complicano, la banca dovrebbe obbligatoriamente incrementare il capitale accantonato a fronte del suo maggior rischio, rendendo meno facile l’accesso al credito per il debitore. Inoltre, in alcune ipotesi, la stessa esposizione deve essere automaticamente classificata come deteriorata (in default). È il caso delle moratorie concesse dalla banca che comportano per quest’ultima una riduzione dei pagamenti attualizzati netti relativi all’esposizione (c.d. ridotta obbligazione finanziaria) di oltre l’1% rispetto a quanto previsto dal contratto originario.