Acerbo: “La Regione taglia fondi all’Arta Abruzzo”

A volte si fanno scelte che definire inopportune pare un eufemismo: una nota dell’ex consigliere regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, segnala che “la Regione taglia fondi all’Arta Abruzzo”, risorse da destinare ai controlli antinquinamento.

Niente di non consentito, per carità, tuttavia il taglio alle risorse dell’Arta operato dalla Regione non sembra brillare né per tempismo né per diplomazia. Il fiume Pescara è quello che è, gli altri corsi d’acqua stanno lì lì per emularlo, il mare non ne parliamo: tutti fattori che, per quanto non siano responsabilità diretta dell’Arta, sembrano esserle passati sotto al naso troppe volte. Sarà che Mario Amicone, il direttore, quantunque riconfermato, proprio dalfonsiano non è, sarà che Giovanni Damiani, il direttore tecnico, al momento deve vedersela con qualche ambascia giudiziaria spiaggiata da Viggiano a Pescara, fatto sta che qualcuno vede nell’ultima riduzione dei fondi regionali all’Agenzia per la tutela ambientale una precisa volontà di smantellamento. Scelta che, per quanto possa essere legittimamente motivata, è apparsa poco comprensibile agli utenti del web che, soprattutto sui social, l’hanno fortemente criticata. I fatti dicono che la Regione, preda delle solite necessità di risparmio, abbia tagliato 750.000 euro dai fondi destinati all’Arta, e che conseguentemente la stessa Arta abbia dovuto operare una riduzione dei controlli anti-inquinamento, in particolare  quelli sui depuratori (-20%). A dare notizia della mannaia regionale è Maurizio Acerbo, componente della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista.

“Incredibile ma vero. – scrive Acerbo in una nota – In piena emergenza inquinamento la Giunta D’Alfonso ha dimezzato il contributo regionale di funzionamento dell’Arta di cui all’art. 29 comma 1 lettera b della legge 64/98. La Regione ha ridotto di 750 mila euro le somme disponibili per il funzionamento dell’Arta. L’Arta ha dovuto procedere a una variazione di bilancio che prevede una diminuzione dei controlli su varie matrici. La riduzione più significativa, il 20%, si avrà sui controlli agli impianti di depurazione. Meno male che il Presidente aveva promesso di ripulire i fiumi! Forse voleva intendere che diminuendo controlli ci se ne accorge meno? E’ probabile che il taglio non sia il frutto di una scelta politica ma dell’esigenza di far quadrare i conti. Ma questo sarebbe ancor più grave perché denota l’assenza di una strategia e di priorità ma una capacità di governo mediocre condita di un nuvolone di chiacchiere e discorsi incomprensibili”.