L’Aquila, crisi di maggioranza. La Lega chiede gli stati generali entro il 18 marzo

Nessuna crisi di maggioranza, ma un normale riassetto fisiologico dopo le elezioni regionale, così dicono fonti della maggioranza in consiglio comunale dell’Aquila. La Lega chiede entro lunedì 18 marzo gli stati generali di tutte le forze politiche.

Nessuna crisi di maggioranza, ma un normale riassetto fisiologico dopo le elezioni regionale, con due assessori che hanno lasciato la giunta comunale dopo il voto del 10 febbraio, entrambi tra l’altro entrati nella giunta di Marsilio, Emanuele Imprudente e Guido Quintino Liris. Nessuna crisi, dunque, ribadiscono l’assessore al Commercio Alessandro Piccinini e il presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari. La Lega ha chiesto gli stati generali di tutti i partiti e gruppo politici, per procedere con il riassetto della giunta, l’auspicio è che la riunione si tenga entro lunedì 18 marzo, il più presto possibile per poter risolvere l’impasse amministrativa che si trascina da settimane. Al centro degli stati generali ci saranno la verifica di mandato, una riflessione sui programmi e gli obiettivi dell’amministrazione, da portare avanti di qui a fine mandato se l’amministrazione riuscirà a uscire indenne dalla sua crisi politica.

Per Piccinini e Tinari “non sono le poltrone il nostro obiettivo, ma i programmi, le risposte da dare ai cittadini”.

L’altra questione che farà da discrimine anche per il riassetto politico, è lo stanziamento dei 10 milioni di euro per minori entrate e maggiori spese determinate dal terremoto del 2009. Lo stanziamento delle risorse per il riequilibrio del bilancio comunale, come ha spiegato il sindaco Pierluigi Biondi nel suo comunicato stampa, dovrebbe essere inserito all’interno del decreto Etna e calendarizzato al massimo entro la metà del mese. Cioè, entro domani. Questa la promessa del sottosegretario Vito Crimi.

Ma se questi soldi non arriveranno il bilancio comunale potrebbe davvero essere in bilico. Addirittura, spiega Tinari,

gli uffici comunali avrebbero predisposto due diversi documenti finanziari, uno tenendo in considerazione nei diversi capitoli di spesa l’entrata dei 10 milioni; un altro senza tale stanziamento e dunque un documento che prevederebbe l’aumento delle tasse per i contribuenti aquilani.

Un’ipotesi che Biondi vorrebbe a tutti i costi scongiurare:

Non mi presterò ad approvare un bilancio che taglia i servizi e mette ulteriormente le mani nelle tasche dei cittadini sulla falsariga di quanto accaduto nel 2016

ribadisce Biondi, che proprio ieri ha incontrato il sottosegretario Crimi a Roma. Giustificando in questo modo anche la sua assenza di ieri in Consiglio comunale, un consiglio che non è nemmeno cominciato per mancanza del numero legale, dovuta alla nomina del consigliere Raffaele Daniele a vicesindaco al posto di Liris. All’atto di nomina a vice sindaco di Daniele, infatti, ci si è dimenticati di fare la surroga in Consiglio comunale che, per questo, non si è potuto riunire.
A proposito della crisi di maggioranza Biondi fa un appello al senso di responsabilità delle componenti di maggioranza e scrive in uno dei tanti comunicati diffusi tra ieri e oggi:

La città ha bisogno di un sindaco che possa dividersi tra L’Aquila e Roma, che possa fare affidamento sulla collaborazione di una squadra di governo in grado di assumere su di sé il delicatissimo compito di concretizzare tanti progetti da avviare e quelli già iniziati, e, infine, che possa contare sul senso di responsabilità dell’assise civica.

Ieri il primo cittadino era impegnato a Roma, proprio per incontrare il sottosegretario Vito Crimi con il quale affrontare il nodo dei 10 milioni di euro. Dunque le sorti del Comune dipenderanno dal riassetto della Giunta. Diverse le deleghe da riassegnare: eccetto quella al Bilancio, temporaneamente nelle mani del neo vicesindaco Daniele, restano da redistribuire quelle ai Lavori pubblici, all’Urbanistica, all’Ambiente e alla Cultura. Per ovviare ai continui scioglimenti e rinvii dei consigli comunali, si sta anche valutando la possibilità di diminuire il numero degli ordini del giorno da discutere, che impegna troppo i professionisti che siedono in consiglio e che non possono lasciare i propri studi professionali troppo a lungo.

Intanto ieri pomeriggio le opposizioni hanno occupato l’aula del Consiglio comunale, durante la quale hanno chiesto le dimissioni di Biondi, chiamando a raccolta anche la cittadinanza, l’intento è di riunirsi in assemblea spontanea coinvolgendo anche i cittadini una volta al mese, prossimo appuntamento sarà dopo l’anniversario del terremoto.