Omicidio di Barisciano: spuntano tre sospettati

Omicidio di Barisciano: potrebbero essere state due o tre coltellate a provocare la morte del 55enne Paolo D’Amico, il dipendente dell’Asm trovato morto domenica pomeriggio nella sua casa in campagna.

Questa la novità che emerge dai primi riscontri emersi dall’autopsia effettuata stamani e terminata nel pomeriggio sul corpo dell’uomo, non sposato e incensurato. Il dato trapelato in una situazione di grande riserbo, smentirebbe la ricostituzione che in un primo momento hanno fatto carabinieri e Procura della Repubblica dell’Aquila.

Potrebbero essere tre le persone intorno a cui gli investigatori stanno cercando di stringere il cerchio per individuare i responsabili dell’omicidio di Paolo D’Amico, l’operatore ecologico dipendete dell’Asm originario di Molina Aterno ma residente a Barisciano dal 2007, trovato morto nel garage della sua abitazione in aperta campagna tra i Comuni di Barisciano e Poggio Picenze.

Tre i sospettati dell’omicidio di D’Amico, avvenuto domenica sera, su cui si sarebbero maggiormente concentrati gli interrogatori e l’attenzione degli uomini del Nucleo investigativo del Reparto operativo dei carabinieri dell’Aquila, coordinati dal comandante Nazareno Santantonio, che ieri hanno eseguito nuovi sopralluoghi, oltre a una serie di altre attività preliminari che sono in corso da due giorni. Resta dunque ancora aperto contro ignoti il fascicolo per omicidio volontario. E ieri l’anatomopatologo Giuseppe Calvisi ha eseguito l’autopsia sul corpo di D’Amico, un esame durato diverse ore dal quale è emerso che a uccidere il dipendente dell’Asm siano stati i colpi al torace e non quelli alla testa inferti con un martello, come si era inizialmente ipotizzato.

Le indagini restano aperte su diversi fronti di movente: quello economico, per un debito di D’Amico; quello della resa dei conti; ma anche quello della droga, dato che nel garage dove è stato ritrovato il corpo martoriato, gli investigatori hanno rinvenuto anche un notevole quantitativo di marijuana. Ancora da comprendere se la droga fosse utilizzata per il consumo personale o destinata allo spaccio. Sotto indagine anche le frequentazioni di Paolo D’Amico, una persona tuttavia molto riservata, poco integrata nella vita sociale del paese di Barisciano, com’è evidente anche dalla scelta di costruire la sua casa lontano da tutto e da tutti.

Perquisizioni sono state eseguite anche nelle abitazioni di alcuni conoscenti dell’operatore ecologico, mentre la Scientifica ieri ha fatto un nuovo sopralluogo laddove, ormai orfani, restano a guardia, smarriti, soltanto i 4 cani e diversi gatti.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.