L’Aquila, caropedaggi. I sindaci: “Governo muto, dal 28 si torna a pagare il 20% in più”

I sindaci pronti a riprendere la mobilitazione contro il caropedaggi e la mancata messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 già dal prossimo 11 febbraio, il giorno dopo le elezioni.

I sindaci abruzzesi e laziali del fronte del no all’aumento dei pedaggi autostradali continuano la loro battaglia, “per ora scegliendo la strada del silenzio per non cavalcare la campagna elettorale” – come spiega la portavoce del nutrito gruppo di primi cittadini, la sindaca di Carsoli Velia Nazzarro.

Ma la situazione è a un passo, ancora una volta, dal caos. Il 28 febbraio, infatti, scade il termine della sospensione degli aumenti scelta autonomamente da Strada dei Parchi alla fine di dicembre e non c’è traccia del decreto annunciato sul suo sito dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, il quale aveva promesso un decreto che avrebbe sospeso gli aumenti fino a giugno 2019.

“Nulla di tutto ciò – tuona la sindaca di Carsoli – del decreto non c’è traccia”.

Dunque, se le cose resteranno così, immobili, dal primo marzo gli utenti delle autostrade A24 e A25 dovranno pagare il 20% in più di pedaggi.

“Noi continuiamo la nostra azione di sensibilizzazione delle istituzioni statali e governative – dice Nazzarro – abbiamo scritto di nuovo a Toninelli, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai presidenti delle commissioni Trasporti e Lavori pubblici, ma sinora nessuna risposta. L’aspetto più grave – per i sindaci- è l’indifferenza delle istituzioni”.

Se tutto resterà immobile, dunque, la promessa è di una ripresa vigorosa delle proteste già all’indomani delle elezioni regionali del 10 febbraio. Risale al 31 dicembre l’ultima manifestazione di una cinquantina di sindaci al casello autostradale dell’Aquila Ovest, occupato simbolicamente per protestare contro gli aumenti che, denunciano i sindaci, “saranno un colpo mortale per i nostri territori”

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