L’Aquila, un bilancio da 870 milioni. Il Governo taglia le risorse

Dopo il pasticcio dell’anno scorso, con il mancato stanziamento dei fondi statali necessari a chiudere il bilancio di previsione e una serie di errori e di lungaggini commessi proprio dal Governo, che hanno costretto il Comune a trascinare il bilancio con l’ultima variazione a dicembre, quest’anno per la prima volta dal 2009 il bilancio di previsione è stato deliberato a marzo.

L’obiettivo dell’amministrazione Cialente che volge verso la fine, è di approvarlo entro Pasqua. Il documento finanziario pesa 870 milioni di euro, importo complessivo di si entrate e spese, e include anche i trasferimenti per la ricostruzione post-sisma, con un avanzo di amministrazione di 40 milioni. Un bilancio che mette al centro soprattutto il taglio della spesa, degli sprechi (dalla carta per le stampanti ai riscaldamenti, fino all’illuminazione e alla benzina per le auto comunali) per distribuire più risorse possibile dove servono. Come sul capitolo del Sociale: ammontano ad esempio a 300mila euro le risorse destinate agli indigenti. Resta il grande problema del mancato introito dalle tasse locali, Tari, Tasi e Imu, perché i centri storici di città e frazioni sono ancora quasi del tutto disabitati.

Partirà inoltre a breve un’iniziativa (da approvare in giunta) che accomuna la città dell’Aquila a un’altra città d’Italia, Bologna: lo sconto da un minimo del 10% a un massimo del 20 sulle tasse locali dei ristoranti, degli albergatori e dei produttori che decideranno di destinare una parte di prodotti alimentari alle persone meno abbienti.

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