Ricostruzione, silenzio dal Governo. Cicchetti (Ance): “Pronti alla mobilitazione”

Scaduti l’interim di Fabrizi all’Usrc e la proroga alla Struttura di missione: la ricostruzione del cratere sismico 2009 è ormai fuori dall’agenda del Governo. Dura posizione dell’Ance che dice: dal 1° novembre la ricostruzione potrà dirsi “morta”. Costruttori pronti alla mobilitazione.

Nessuna notizia sulla nomina del nuovo titolare dell’Ufficio speciale del cratere sismico, con l’interim di Raniero Fabrizi (dirigente dell’Ufficio speciale dell’Aquila arrivato a colmare le dimissioni di Paolo Esposito) che scade domani 30 ottobre; e silenzio assoluto anche sul futuro della Struttura di missione, che coordina da Roma tutti i processi inerenti la ricostruzione, anch’essa in scadenza domani. Ormai è un dato di fatto: il cratere sismico 2009 è uscito dalle priorità della politica nazionale, con il Governo assente e disinteressato al destino non solo della città dell’aquila, ma anche di decine di Comuni e delle imprese che sono impegnate nella ricostruzione. Il presidente dell’Ance L’Aquila, Adolfo Cicchetti, ammonisce: se il Governo non interverrà nelle prossime ore la ricostruzione potrà dirsi definitivamente ferma. E si dice pronto a mobilitarsi insieme alle istituzioni locali.

Decine le imprese che chiamano il presidente Cicchetti per sapere che cosa dovranno aspettarsi, dato che i Sal sono in scadenza e ad essi è legata la sopravvivenza finanziaria dei cantieri, delle imprese stesse e dei loro lavoratori.

Intano 80 milioni di euro sono pronti per essere immessi a contributo per il cratere sismico ma senza un dirigente che firmi le pratiche e i Sal non si trasformeranno mai in cantieri.
LA NOTA DELL’ANCE:

“Si tratta di provvedimenti importanti tesi ad accelerare la ricostruzione pubblica nel cratere del 2009. In particolare negli emendamenti si chiede, tra le altre cose, l’istituzione di una conferenza permanente tra tutti i decisori e gli enti coinvolti nelle gare d’appalto per velocizzare il processo autorizzativo. Una soluzione semplice, a costo zero, che permetterebbe di accorciare i tempi morti dei passaggi burocratici da un ufficio all’altro e che potrebbe portare ad uno sblocco immediato degli arretrati e all’apertura dei cantieri nei centri del cratere, con tutti i benefici economici sul lavoro delle imprese e l’occupazione derivante, nonché il miglioramento della vivibilità dei centri storici in via di rinascita. Il provvedimento, stando alle ultime notizie, ha ricevuto parere contrario dalle Commissioni della Camera, così come tutti quelli riguardanti la ricostruzione 2009. Ci auguriamo che, nel passaggio al Senato, o al massimo in sede di discussione di prossimi e immediati provvedimenti, possa essere ripresentato con un esito diverso altrimenti saremo costretti a cambiare atteggiamento e strategia per farci ascoltare. Non vorremmo che questi segnali fossero il preludio di una fatale sottovalutazione nei confronti del disagio del nostro territorio alle prese con una sfida difficilissima e ancora lontana dal traguardo. Disattenzioni si riscontrano anche nei ritardi con cui si stanno affrontando le valutazioni e le proposte sul rinnovo della filiera della governance della ricostruzione in scadenza. Ricordiamo che il mandato della Sottosegretaria De Micheli, che deteneva la delega alla ricostruzione del 2009 è scaduto da tempo. L’Ufficio Speciale per la ricostruzione del Cratere (Usrc) è stato affidato temporaneamente alla responsabilità di Raniero Fabrizi, già coordinatore dell’Ufficio Speciale della Ricostruzione dell’Aquila (Usra) a seguito delle dimissioni di Paolo Esposito. Fabrizi, dal canto suo, è prossimo ad un imminente pensionamento. E ancora: alla Struttura Tecnica di Missione (Stm), il titolare Giampiero Marchesi è stato prorogato in via emergenziale per un mese, ormai in scadenza, ma non si conosce il suo immediato destino. Chiediamo un decisivo segnale dal Governo. La nostra aspettativa è condivisa dagli operai che nutrono inquietudini per il futuro lavorativo, dopo il calo di 900 unità negli ultimi due anni, secondo dati certificati e con una tendenza inarrestabile, e dalle imprese che devono effettuare la programmazione di mezzi e risorse per i prossimi mesi. Sono circa 100 in meno oggi, le imprese operanti rispetto al 2016 che sviluppano un numero ben più alto di cantieri e gru. Urgente un riscontro sui ragionamenti e le decisioni che si stanno valutando sulla ridefinizione della governance. Abbiamo necessità di interlocutori per riportare in primo piano il nostro cratere, comprese le problematiche che gli emendamenti correnti tentano di affrontare e a alle quali è appeso il nostro destino e dei tanti nodi ancora insoluti: burocrazia, norme sovrapposte nel doppio cratere, la programmazione dei 2,1 miliardi di euro ancora destinabili fino al 2020, operazione inderogabile per la richiesta di nuovi stanziamenti per gli anni successivi e adeguato personale negli uffici. Temiamo che il sisma 2009 finisca in fondo all’agenda di Governo. E soluzioni tardive, come già sta accadendo, e come sempre è accaduto in passato, avranno conseguenze nefaste. Uno spiraglio ci giunge dal sottosegretario al ministero dei Beni e attività culturali Gianluca Vacca che in un recente incontro ci ha assicurato il suo impegno affinché, nelle more di una generale opera di rafforzamento del personale negli uffici pubblici ministeriali, si proceda con ogni mezzo ad un’accelerazione delle gare pubbliche per i monumenti di proprietà statale. Ci auguriamo la stessa disponibilità dagli altri esponenti del Governo e rivolgiamo un appello ai nostri rappresentanti politici affinché esercitino il loro diritto-dovere di farsi ascoltare a Roma.

IL SERVIZIO DEL TG8: