Sisma L’Aquila: “Dal Governo solo parole per riempire i giornali”

Prima udienza questa mattina per la causa promossa dalla presidenza del Consiglio dei ministri della passata legislatura nei confronti dei parenti delle vittime del terremoto del 2009.

 

Un’udienza alla quale i familiari delle vittime del terremoto avrebbero preferito non dover mai presenziare. Invece, proprio all’inizio di un anno per loro molto importante – quello del decennale del sisma del 2009 – si sono dovuti presentare questa mattina al tribunale dell’Aquila per discutere la causa promossa dalla presidenza del Consiglio dei ministri nei confronti dei parenti delle vittime del terremoto del 2009. Una causa da subito bollata come uno schiaffo alla memoria delle persone decedute sotto i crolli dell’Aquila e una beffa per i familiari, che vorrebbero dimenticare il dolore.

Dolore acuito da una causa che lo Stato intenta per chiedere a quelle famiglie la restituzione delle somme provvisionali concesse a titolo di risarcimento nell’ambito del processo alla Commissione Grandi rischi, che in via definitiva ha visto la condanna dell’ex vicecapo della Protezione civile Bernando De Bernardinis. Lo Stato, dopo la sentenza di primo grado, in cui erano stati condannati tutti i membri della commissione, aveva elargito le provvisionali. A seguito dell’assoluzione in Appello di 6 dei 7 componenti della Grandi rischi, con l’estromissione dal processo di numerose parti civili costituite, lo Stato ha chiesto indietro i soldi.

Fatti analoghi sono accaduti ai familiari delle vittime della Casa dello studente. Un’udienza importante quella di oggi, perché stabilisce un passo nella direzione delle richieste delle parti civili, come spiega l’avvocata Wania Della Vigna.

 

“Un’udienza importante perché è stato necessario riunire la posizione della mamma di Ilaria, Maria Grazia Piccinini, a quella della sorella, Alessandra Rambaldi – spiega Della Vigna – proprio perché la presidenza del Consiglio dei ministri aveva instaurato tante cause quanti sono i familiari di ogni singola vittima, con un dispendio di energie notevole. Abbiamo chiesto e ottenuto dal giudice la riunione dei procedimenti. Articoleremo le prove e dal 13 maggio in poi il giudice deciderà se ammetterle o meno e poi saranno sentiti i testimoni. Dovranno dimostrare quello che noi riteniamo: e cioè che ci sia stato un nesso eziologico, causale importante tra le rassicurazioni del vicecapo della Protezione civile de Bernardinis e la morte di Ilaria. Rassicurazioni – aggiunge Della Vigna – che hanno indotto la ragazza a restare in casa a via Campo di Fossa, la notte del 6 aprile alle 3,32. Un processo importante perché è lo Stato che non ha funzionato, né prima, durante i mesi delle scosse sismiche, non ha aiutato le vittime prima del terremoto e quindi subito dopo la riunione della commissione Grandi rischi del 30 marzo, e nemmeno dopo, addirittura richiedendo indietro le provvisionali. Il risarcimento di una persona morta non ha prezzo”.

 

L’udienza ha riaperto le ferite di un dolore insuperabile per i familiari delle vittime, tra loro anche Maria Grazia Piccinini, mamma di Ilaria Rambaldi, la giovane studentessa di Lanciano che ha perso la vita tra le macerie di via Campo di Fossa. La signora risponde con durezza al vice premier Luigi Di Maio, il quale ieri si era assunto l’impegno di attivarsi immediatamente per risolvere la vicenda:

 

“Sono soltanto parole per riempire i giornali – dice Piccinini – voglio vedere qualcosa di concreto. Nessuno si occupa di questa causa. Lo Stato che non ha saputo proteggere i suoi cittadini ha vinto una causa sulla quale non mi voglio esprimere, e la devo rispettare, ma adesso dateci quello che è giusto che noi abbiamo. Non tartassateci con le cause. Dieci anni per le aule di tribunale a trascinare un nome e un ricordo”.

 

Alle parole della Piccinini si aggiungono anche quelle del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, che fa uno appello:

“Lo Stato italiano sia giusto ed equo nei confronti dei parenti delle vittime del sisma 2009 e non si accanisca verso chi ha patito, e soffre quotidianamente, i postumi di una tragedia nazionale”

 

Nel pomeriggio è arrivata la risposta del sottosegretario Gianluca Vacca:

“L’abbiamo già detto e lo ribadiamo: il governo non lascerà indietro nessuno, e impegnerà ogni sua forza affinché i familiari delle vittime dei terremotati de L’Aquila non debbano restituire nessun risarcimento. All’appello del sindaco Pierluigi Biondi ripetiamo che il Governo si è già espresso. Siamo al lavoro per tutelare gli aquilani a cui viene chiesto di dare indietro somme loro concesse a titolo di risarcimento dopo la condanna in primo grado della Commissione Grandi rischi, poi sfociata in un’assoluzione. Chi ci ha preceduto non ha mosso un dito ed è rimasto indifferente davanti ad un’ingiustizia del genere. Ma il vicepremier Luigi Di Maio ha dato la sua parola, offrendo il suo totale impegno affinché sia bloccata la pretesa di immediata esecuzione della richiesta di restituzione. Inoltre, il Sottosegretario con la delega alla ricostruzione Vito Crimi sta già operando in tal senso. Per questo ci sentiamo rassicurare i familiari delle vittime che oltre al danno stanno subendo la beffa”.