L’Aquila, Gran Sasso. Zoccoli (Infn): ‘Tante azioni in campo per la messa in sicurezza dei Lnfn’

La sicurezza dei cittadini al primo posto. Il vicepresidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Antonio Zoccoli ribadisce l’importanza della messa in sicurezza dei Laboratori nazionali di fisica nucleare, del bacino acquifero e dell’intero sistema del Gran Sasso.

Una vicenda molto complessa, finita nel tritacarne del meccanismo mediatico ed esacerbata dalla posizione della società autostradale Strada dei Parchi che aveva minacciato la chiusura del traforo. Tutto nasce – ricostruisce il vicepresidente dell’Infn Antonio Zoccoli – dall’individuazione due anni fa, delle tracce in tre casi distinti di sostanze nell’acqua del bacino acquifero del gran Sasso, tra le quali Clorometano e cloroformio, trovate ribadisce Zoccoli in quanittà estremamente basse, molto al di sotto della soglia di legge.

Non c’è stato alcun inquinamento delle falde acquifere da parte dei laboratori di fisica nucleare, ci tiene a precisare il vicepresidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Per il quale resta prioritario affrontare il nodo della messa in sicurezza dell’interno sistema Gran Sasso, e si dice d’accordo con la nomina di un commissario che coordini tutti gli enti che in qualche modo insistono su di esso – oltre ai laboratori, anche la società autostradale e l’acquedotto Ruzzo – perché “è impensabile che ciascuno proceda per proprio conto”, dice.

E intanto è fermo al Senato l’emendamento che prevede l’individuazione di un commissario ad hoc per il Gran Sasso, per il quale l’esecutivo sta cercando la copertura finanziaria, poi ci vorrà il tempo tecnico per la conversione del decreto in legge nell’ambito del cosiddetto “sblocca italia”. Quanto alla sicurezza del Gran Sasso, il vicepresidente dell’Infn spiega: “Siamo disponibili a fare tutto il possibile per migliorare e abbiamo affidato a una società esperta un piano di dismissione di due dei più importanti esperimenti – Borexino e Lvd, giunti comune alla fine della loro funzione, e che utilizzano una grande quantità di sostanze, come lo pseudocumene e l’acqua ragia. Piano che partirà entro la fine del 2020. Intanto i laboratori del Gran Sasso hanno attivato una serie di azioni preventive. Una società esperta nel campo consegnerà entro la fine del mese la propria analisi sulla relazione della Procura della repubblica (che indaga fra gli altri anche alcuni esponenti dei laboratori per presunto inquinamento delle falde acquifere) e sulla base dei risultati proporrà una serie di azioni da attuare. Procedono inoltre le videoispezioni delle condotte dell’acqua di scolo e delle condotte dell’acqua potabile per tenere sotto controllo eventuali criticità. Verrà migliorato inoltre – aggiunge Zoccoli – anche il sistema di monitoraggio delle acque dentro ai laboratori.

Il servizio del Tg8