L’Aquila, Cialente scrive al Governo: “Avviare la messa in sicurezza di tutto il Paese”

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Tre miliardi di euro vengono spesi ogni anno dallo Stato per fronteggiare le emergenze, e poi tante vittime e feriti. L’ex sindaco dell’Aquila Cialente scrive al Governo: occorre mettere in sicurezza tutto il patrimonio immobiliare del Paese.

Tre miliardi di euro vengono spesi ogni anno dallo Stato per fronteggiare le emergenze che derivano dalle catastrofi naturali o in qualche modo causate dall’uomo, e poi per sostenere tutta la fase dell’assistenza alla popolazione e la ricostruzione. Per non parlare del un numero incredibile di vittime e feriti. Un esempio lo sono le ultime alluvioni, le frane, le valanghe, e poi ovviamente il grande mostro del terremoto.

Occorre mettere in sicurezza il Paese, partendo dagli edifici pubblici strategici fino a ricomprendere tutta l’edilizia privata, un pallino dell’ex sindaco Massimo Cialente che da tempo ha intentato anche un’altra battaglia: quella per il fascicolo del fabbricato, che attesta – diciamo così – lo stato di salute gli edifici pubblici e privati. In una lettera firmata insieme all’ex vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, Cialente chiede al Governo di avviare subito quella che definisce una vera e propria rivoluzione in grado anche di risollevare il settore edile dalla crisi che lo attraversa da anni e di dare lavoro a migliaia di persone.

Altro nodo da affrontare, per Cialente e Lolli, è quello del “sisma bonus”, che prevede gli stessi finanziamenti per le zone altamente sismiche e quelle, invece, a bassa o scarsa sismicità.

L’ex sindaco è già pronto a incontrare il Governo.

LETTERA APERTA:LA TERRA TREMA

Presidente del Consiglio
Professor Giuseppe Conte

Ministro dei Trasporti ed infrastrutture
On. Paola de Micheli

Ministro dell’ Interno
Prefetto Luciana Lamorgese

Ministro dell’Economia
Prof. Roberto Gualtieri

Presidente ANCI
Dott. Antonio De Caro

Gentilissimi,
L’Italia, questo nostro meraviglioso Paese, ha due problemi drammatici: il rischio sismico, legato alle sue caratteristiche geologiche, il rischio idrogeologico, spesso causato da un consumo errato del suolo.
I terremoti sono EVENTI, NATUTRALI PERIODICI o , se preferite, RICORRENTI. Oggi abbiamo informazioni sempre più precise che ci dicono non l’anno, il mese, il giorno o l’ora, ma ci segnalano che in determinate aree si alza la possibilità di una loro ricorrenza, comunque certa.
In questi 10 anni, dopo il drammatico sisma dell’Aquila, il nostro Paese è stato colpito da altre tragedie simili: l’Emilia, il centro Italia nel 2016 e 2017, la Sicilia.
Ogni volta lutti dolorosi, a volte decimazioni di intere comunità, sfollati con emergenze abitative drammatiche e costose, ed infine complesse, lente e dispensiosissime opere di ricostruzione. Da decenni spendiamo almeno 3 miliardi di euro l’anno per far fronte a queste calamità. Le aree colpite conoscono crisi economiche che le rallentano per decenni.
Riteniamo che sia arrivato il momento di dire basta!!!
Un Grande Paese quale è l’Italia, ha tutte le risorse, i saperi e le tecnologie per mettere in sicurezza il proprio patrimonio edilizio, i luoghi dove viviamo le nostre vite, nei quali scorrono le vite dei nostri giovani.
Il “sisma bonus” è stato un primo passo, ma ha molte contraddizioni, non è completo e non è sufficiente. Va rivisto nelle priorità , nei meccanismi di finanziamento, di attuazione tecnica ed operativa, concentrando anzitutto le risorse lì dove sappiamo esserci maggior rischio e partendo dal patrimonio pubblico: scuole, ospedali, edilizia residenziale pubblica, uffici pubblici.
Occorre trovare il modo di coprire i crediti d’imposta con le risorse di Cassa Depositi e Prestiti o dei grandi Istituti Assicurativi Pubblici, si può chiedere all’Europa che queste spese di investimento per noi improcrastinabili e non più rinviabili escano dal patto di stabilità.
Chiaramente è un progetto ultradecennale, da programmare nel tempo.
In Italia il settore dell’edilizia in questi 10 anni è andato incontro ad una crisi drammatica, con perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e difficoltà estrema per tecnici e progettisti, artigiani . Nelle sue dichiarazioni in Parlamento, giustamente, il Primo Ministro ha parlato della necessità di un rilancio di questa industria, volano dell’economia, e nel contempo della necessità di ridurre il consumo di suolo e puntare ad una politica di tutela dell’ambiente. Dunque, le messa in sicurezza ed il recupero del costruito, una sua moderne riconversione soprattutto energetica , sono l’unica risposta possibile a questi tre obiettivi.
Solo così, tra l’altro, si assicureranno, per decenni, nuovi e soprattutto qualificati posti di lavoro: tecnici, operai, artigiani, addetti alle industrie connesse. E’ un nuovo modello di sviluppo per questa fase storica!!
Un investimento necessario, non più rinviabile, che creerebbe ricchezza e restituirebbe qualità della vita nel nostro paese, a cominciare dai borghi dell’Appennino e del nostro Meridione.
Noi, che abbiamo attraversato la tragedia aquilana e viviamo quelle del 2016 e 2017, sentiamo il dovere, anche per onorare i nostri morti ed i nostri dolori, di chiederVi un grande impegno politico su questo tema. Noi sappiamo che si può fare e che, soprattutto, è giusto e necessario. Un dovere Morale. Se non ora, quando?

Massimo Cialente
già Sindaco dell’Aquila

Giovanni Lolli
già Deputato Abruzzese.