L’Aquila, caropedaggi: sindaci e autotrasportatori pronti a protestare al Mit

I sindaci e gli amministratori di Lazio e Abruzzo pronti a protestare davanti al Mit mercoledì 5 dicembre alle 10,30 contro il caropedaggi. Ci saranno anche gli autotrasportatori. Da gennaio potrebbero scattare nuovi aumenti.

I sindaci e gli amministratori di Lazio e Abruzzo impegnati nella lotta contro il caro pedaggi e per la sicurezza delle autostrade A24 e A25 saranno di nuovo davanti al ministero delle Infrastrutture a protestare “stanchi dell’indifferenza e delle prese in giro del ministro per le Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli“, si legge in una nota.

Mercoledì 5 dicembre alle 10,30 dunque una nuova manifestazione di protesta a Roma, mentre gli autotrasportatori si dicono pronti a “invadere Porta Pia con gli autocarri”. Dopo il rifiuto del ministro di ricevere, venti giorni fa, la delegazione dei sindaci, pur avendo programmato da tempo l’incontro per chiedere certezze per il futuro dei territori in sofferenza a causa del rincaro dei pedaggi che sfiora il 13% in vigore dal gennaio scorso, i primi cittadini non gettano la spugna e con loro a protestare ci saranno anche le associazioni degli autotrasportatori (tra cui Confartigianato trasporti Abruzzo, Cna, Fita Abruzzo, Assotir Lazio, Abruzzo e quello Nazionale, della Confcommercio e di Cgil, Cisl e Uil Abruzzo e Lazio). D’altra parte – sottolinea la sindaca di Carsoli e portavoce dei sindaci Velia Nazzarro – tra un mese la concessionaria delle autostrade A24 e A25, Strada dei Parchi, potrebbe di nuovo mettere mano all’aumento dei pedaggi. In sostanza da gennaio 2019 non solo torneranno attivi i rincari scattati nel 2018 e sospesi dal Mit per tre mesi, ma ad essi potrebbero aggiungersi nuovi aumenti.

Ma i territori dicono “No” e tornano a chiedere al ministro Toninelli due elementi per loro fondamentali: la creazione di un tavolo istituzionale con la presenza della concessionaria autostradale, per ridefinire i criteri di concessione e ridurre definitivamente i pedaggi; e la declassificazione di alcuni tratti autostradali (per un totale di 40 chilometri) da tratti montani a non montani, caratteristica che determina un costo più alto per le manutenzioni. Si profila, dunque, un’altra giornata romana rovente per i sindaci.

Intanto, si allarga l’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila sugli allarmi riguardanti lo stato di sicurezza statica e sismica dei viadotti delle autostrade A24 e A25 che interessano l’aquilano e dopo le indagini avviate sulla infrastruttura di San Giacomo, nel mirino dei Pm sono finiti i due viadotti che portano agli svincoli autostradali di Tornimparte.