L’Aquila, Accord Phoenix: i sindacati chiedono l’intervento delle istituzioni

foto di Marianna Gianforte

Il destino di Accord Phoenix è appeso al filo di una nuova inchiesta che rischia di mettere questa volta davvero la parola fine a uno dei più grandi investimenti industriali dell’aquila e dell’Abruzzo.

La notizia è che i finanzieri del Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza dell’Aquila hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo per equivalente di quasi 5 milioni di euro – nei confronti della società aquilana Accord Phoenix Spa, che si occupa del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee), all’interno del Tecnopolo d’Abruzzo, indagati tre dirigenti, responsabili del reato di indebita percezione di contributi statali. E’ l’ultimo episodio di una storia, quella dell’Accord, tortuosa sin dalla nascita, quando l’imprenditore inglese di origini indiane Ravi Shankar volle investire nel capoluogo di regione, approfittando delle risorse (10 milioni di euro) a fondo perduto provenienti dal bacino del 4% della ricostruzione riservato alle imprese che decidono di investire nel territorio colpito dal sisma del 2009.

Fondi che andavano a integrare i 45 milioni d’investimento privato. Su di essi hanno messo gli occhi le fiamme gialle, per le quali i responsabili di Accord Phoenix avrebbero falsamente attestato di possedere i requisiti minimi d’innovazione tecnologica e di durevole capacità economica previsti dal bando Invitalia, quello tramite il quale sono stati attribuiti i fondi. Oggi giornata convulsa di interlocuzioni tra i dirigenti aziendali e i sindacati, preoccupati per il destino dei lavoratori, tutti provenienti dalle crisi aziendali dell’ex polo elettronico. Già due settimane fa, i dirigenti di Accord avevano confermato alla Fiom Cgil che l’ultimo acconto di Invitalia è una condizione necessaria per garantire il prosieguo delle attività.

Se l’inchiesta dovesse bloccare l’erogazione, la storia dell’azienda potrebbe finire qui. Il direttore Francesco Baldarelli aveva inoltre spiegato ai sindacti, che l’azienda ha attivato il processo per la vendita dello stabilimento. Novità emergeranno dunque nelle prossime ore, per i sindacati a questo punto è fondamentale l’intervento delle istituzioni.

“Non posso e non voglio entrare nel merito dell’inchiesta giudiziaria che ha portato la Guardia di Finanza dell’Aquila. In qualità di Presidente del Consiglio comunale dell’Aquila esprimo tuttavia rammarico e preoccupazione per una vicenda che potrebbe avere gravi ripercussioni sulle spalle dei lavoratori”. Così il presidente del Consiglio comunale dell’Aquila, Roberto Tinari (Fi), in merito al sequestro di 5 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza e all’inchiesta della Procura della repubblica per presunta percezione indebita di contributi statali a carico di tre dirigenti della società aquilana Accord Phoenix Spa, operante nel settore del trattamento e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici. “Confido nel lavoro fondamentale della magistratura – continua il presidente del Consiglio comunale – e auspico in un puntuale quanto necessario chiarimento che faccia luce sull’intera vicenda, sui soldi pubblici spesi e sulle mancate e annunciate assunzioni del personale ex Italtel. Ricordo quanto era solito ripetere il magistrato Paolo Borsellino, esempio di integrità e legalità ‘Non basta essere onesti, bisogna anche apparire onesti’ – conclude nella nota Tinari.

Lelio De Santis, capogruppo dell’Italia dei valori in Consiglio comunale, chiede la convocazione, urgente, di una seduta del consiglio: “Oltre all’inchiesta, è ancora più preoccupante il fatto che, sempre secondo l’accusa, fin dal 2016 la politica sapeva delle presunte irregolarità della Società, ma ha tenuto un complice silenzio! – spiega in una nota De Santis, in riferimento all’amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco, Massimo Cialente. “Questa affermazione è grave e non può cadere nel vuoto: la politica deve recuperare la sua credibilità ed affrontare questa ed altre vicende con la schiena dritta e con fermezza. Da una parte, c’è da difendere il lavoro delle 70 unità che lavorano in Accord Phoenix e, dall’altro, c’è da esprimere una parola chiara da parte delle istituzioni, a cominciare dal Comune dell’Aquila, sull’utilizzo del danaro pubblico e sulla lotta al malaffare ad ogni livello!”.