Seggiovia Fontari: rotto il 20% delle morse, tecnici a lavoro

Non c’è pace per gli impianti sciistici di Campo Imperatore, una stagione che non riesce proprio a decollare. Dopo nemmeno 10 giorni di apertura gli impianti sono stati di nuovo chiusi.

Questa volta, a far tremare i tecnici che eseguono frequenti controlli su strutture obsolete e ancora prive di revisione, è stata la scoperta, domenica scorsa, che 11 morse su 55 dei veicoli che trasportano la seggiovia delle Fontari, erano rotte.

Gli interventi di riparazione dovrebbero essere conclusi entro domani per poter tornare a normalità, ma intanto la nuova chiusura si traduce nell’assenza totale di attività e di sciatori proprio nei giorni più belli per sciare, con una temperatura ideale, sole e tanta neve. Ma la sicurezza viene prima di tutto. Il direttore d’esercizio Marco Cordeschi, fa un appello agli amministratori locali: basta rinviare gli interventi strutturali a Campo Imperatore, bisogna sostituire al più presto un impianto che sotto il profilo meccanico ed elettrico è troppo sofferente per poter continuare a funzionare.

Ci sono i fondi, c’è il progetto, ma l’iter amministrativo e i lavori sono fermi. Sempre più in agonia, intanto, le attività ricettive e commerciali della zona. Domenica a fine giornata i tecnici hanno trovato un difetto in una parte di una morsa che regge il pattino di trascinamento della seggiovia, di lì lunedì è stato esteso il controllo a tutti gli altri veicoli e ne sono stati trovati difettosi il 20%, abbastanza importante. Se non sorgono altri inconvenienti domani i tecnici della Leitner, la ditta produttrice, avranno finito il lavoro di sostituzione.

“Sappiamo bene che l’impianto è arrivato alla fine”, commenta Cordeschi, “stiamo cercando di fare il possibile, ad esempio intensificando i controlli routinari per aumentare la sicurezza degli utenti. Diversamente non ci saremmo accorti dell’inconveniente. Un impianto che dev’essere sostituito, la cui revisione è scaduta cinque anni fa e prorogata di anno in anno, “stiamo cercando di fare in modo di svolgere l’esercizio in sicurezza fino al termine della stagione invernale, l’importante che sia l’ultima stagione”, aggiunge il direttore d’esercizio.

La manutenzione straordinaria costa quasi tre milioni l’anno, una spesa ingente per il Comune. Senza gli interventi strutturali descritti nel piano d’area del Parco nazionale del Gran Sasso, l’area è destinata, da un punto di vista turistico, all’agonia. I difetti riscontrati, tra l’altro, avrebbero potuto comportare seri problemi di sicurezza anche agli utenti.

“La morsa è, infatti”, spiega Cordeschi, “uno degli elementi di sicurezza più importanti di un impianto di quel tipo e la rottura di un suo componente è sicuramente un problema correlabile alla sicurezza del trasporto delle persone. Per fortuna che ce ne siamo accorti per tempo”.

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