Gender, l’esperto: la politica lontana dalla realtà

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Sulla questione del gender – del genere, che nulla ha a che vedere con il sesso – si sta dividendo in questi mesi l’opinione pubblica (proprio ieri è apparso a sorpresa sul ponte di via Vicentini uno striscione polemico).

Mentre la politica agita spauracchi ideologici più che altro catturare qualche consenso in più. E’ successo anche in Abruzzo.

Mentre gli studiosi cercano risposte concrete da dare alla società civile i consiglieri di opposizione del consiglio regionale senza distinzione di casacca politica sollevano il muro del pregiudizio e della paura – con una risoluzione per chiedere al presidente Luciano D’Alfonso di fermare l’educazione gender nelle scuole – ne confronti di “un’educazione plurale, aperta e democratica” che vede nelle questioni di genere una frontiera di cambiamento civile che sarà difficile fermare.

Non ci riuscirà probabilmente nemmeno la risoluzione dei consiglieri abruzzesi. Ma che cosa si intende con “gender“? Esiste una teoria gender? E perché spaventa così tanto politici e opinione pubblica? Lo abbiamo chiesto al professore Alessandro Vaccarelli, docente di Pedagogia sociale al dipartimento di Scienze Umane dell’università dell’Aquila.

Prof Alessandro Vaccarelli

Con i suoi studenti Vaccarelli sta portando avanti la ricerca di Pedagogia sociale per cercare di capire cosa pensano i futuri professionisti della cura, con un questionario che indaga su opinioni, concezioni o stereotipi. I risultati sono incoraggianti: i giovani dimostrano di essere molto più avanti della politica.

Lo stesso questionario sottoposto a 200 studenti aquilani, verrà somministrato in un’università spagnola. La Spagna è un paese che vive più serenamente tutte le questioni legate al genere.

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