Chieti: minacce e ingiurie a gay, condannati tre giovani

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Chieti: minacce e ingiurie a gay, condannati tre giovani e al risarcimento 5mila euro. Appello conferma sentenza primo grado.

Nel 2012 avevano minacciato e insultato i clienti di un locale “gay friendly”, ora il giudice d’Appello del Tribunale di Chieti, Andrea Di Berardino, ha condannato tre giovani – Michael Zazzaro, di 35 anni, Andrea Cavallucci (30) e Andrea Medved (28), tutti del capoluogo teatino – per ingiuria e minaccia in concorso, confermando integralmente la sentenza di primo grado del Giudice di Pace. I tre dovranno anche provvedere al risarcimento del danno, per complessivi 5mila euro. L’episodio risale al 24 giugno 2012, quando i tre giovani, insieme a un minorenne nei cui confronti si procede separatamente, avevano insultato il presidente emerito dell’Arcigay di Chieti, Claudio Minetti, e un’altra persona, con frasi offensive e lesive “dell’onore ed il decoro” e minacciandoli “di un danno ingiusto”. I tre erano già stati condannati in primo grado dal Giudice di Pace Clementina Settevendemie il 24 settembre 2013. Ora, oltre ai 5mila euro di risarcimento e a 1.500 euro relativi alle spese di costituzione di parte civile, dovranno pagare anche le spese dell’appello.

“Sono naturalmente soddisfatto della sentenza – commenta l’avvocato Andrea Cerrone, del Foro di Lanciano, rappresentante delle due vittime – perché è un pronunciamento di giustizia. Alla soddisfazione si somma tuttavia lo scoramento: credo che umanamente non si possa mai essere contenti per una condanna penale, sebbene gli imputati, con il loro bullismo omofobico, l’abbiano abbondantemente meritata. Spero che questa sentenza serva da monito: le persone gay, bisessuali o transessuali non possono fare da pungiball alle frustrazioni di chi, dileggiandole, si convince di aver fatto solo una goliardata. Il mio pensiero va a tutti quegli adolescenti che si scoprono gay, che soffrono per le ignominie delle persone ignoranti e che delle volte, sentendosi soli, giungono persino a togliersi la vita. Non siete soli – sottolinea Cerrone, dottore di ricerca in tutela dei diritti fondamentali – la giustizia, come ci insegna anche questo pronunciamento, è dalla vostra presidente di Arcigay Chieti, Adelio Iezzi – conclude il legale – che si è congratulato per l’esito del processo”.