Ricostruzione, sindaci fuori cratere pronti a “manifestazioni eclatanti”

Sala consiliare del Comune di Cugnoli piena ieri sera, circa 35 i sindaci dei Comuni fuori cratere sismico arrivati per rispondere alla chiamata a raccolta inviata con una lunga lettera dal sindaco di Cugnoli Lanfranco Chiola, che è anche uno dei nove coordinatori del tavolo di coordinamento dei comuni del cratere.

Troppo stringenti i tempi di scadenza delle proroghe del titolare dell’ufficio speciale dell’Aquila Raniero Fabrizi, che si occupa anche della gestione dell’ufficio speciale del Cratere sismico dopo le dimissioni di Paolo Esposito, e anche della struttura di missione che da Roma coordina tutti i processi di ricostruzione. Scadenze che arriveranno tra una ventina di giorni. Non c’è tempo da perdere, ma il Governo finora resta lontano.

Una riunione appello al Governo affinché non dimentichi la ricostruzione dei Comuni ricadenti sia dentro che fuori il Cratere 2009 , spesso ultima ruota del carro nell’intero processo post sisma. Se non si riorganizza in maniera efficiente e rapida la governance, con le attuali tempistiche la ricostruzione dei Comuni fuori cratere terminerà fra 10 anni, dicono i sindaci; primo fra tutti c’è il problema della carenza di personale e poi la difficoltà a pagare gli stipendi dei tecnici impegnati in questi Comuni, piccole realtà costrette ad anticipare tutte le somme. Al tavolo di ieri pomeriggio nessun rappresentante del Governo, circostanza che ha scatenato le ire di alcuni sindaci. Governo che ha rotto il silenzio soltanto ieri mattina tramite una telefonata del sottosegretario alla Cultura Gianluca Vacca al sindaco di Cugnoli.

Vacca ha garantito che entro 10 giorni sarà scelto il nuovo sottosegretario con delega alla ricostruzione. Ma i primi cittadini non si fidano e annunciano che, se la nomina non arriverà davvero, sono pronti a manifestazioni eclatanti. Ma perché è così importante per i sindaci fuori cratere che il governo metta finalmente mano a questa situazione di impasse?

“Perché cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel e non possiamo fermarci proprio adesso lasciando lungo il percorso immobili ancora inagibili e opere incompiute con centinaia di persone che non riescono a tornare nelle loro case e paesi destinati a morire”, dicono i sindaci.

E’ fondamentale avere una figura governativa di riferimento con la quale dialogare e a cui rivolgersi per organizzare nel concreto una nuova governance e comunicano che le attività tecniche e amministrative della ricostruzione fuori cratere stanno subendo un forte battuta d’arresto. Se si bloccano gli stati di avanzamento relativi ai lavori di tutti i Comuni, ad esempio, ci saranno danni ingenti per gli operatori economici impegnati nella ricostruzione e si bloccheranno i controlli sui cantieri e tutte le attività edilizie in corso. C’è inoltre un altro aspetto importante che il sottosegretario con delega alla ricostruzione dovrà affrontare: e cioè accompagnare il processo di riforma della governance della ricostruzione dei Comuni del cratere avviata dall’ex sottosegretaria Paola De Micheli, riforma rimasta metà del guado.

Tante dunque le problematiche che occorre risolvere il prima possibile: il potenziamento degli uffici che si occupano dell’ istruttoria delle pratiche, la liquidazione dei compensi per tutto il 2018 dei professionisti che lavorano negli uffici, lo stanziamento delle risorse per gli anni 2019-2020, l’elaborazione di una scheda parametrica semplificata per agevolare l’istruttoria delle pratiche, infine la razionalizzazione del contesto generale della governance dei comuni fuori cratere. In ballo c’è il futuro di interi territori che già combattono quotidianamente contro il naturale spopolamento delle aree interne, ma anche il destino di mille pratiche relative ad altrettanti immobili danneggiati per un importo di 250 milioni di euro.

Il servizio del Tg8