L’Aquila, ‘imbuto’ genio civile: quel pasticciaccio ancora irrisolto

Mentre s’inseguono le polemiche e i botta e risposta sullo spostamento della sede degli uffici del Genio civile dall’Aquila a Pescara, continua a non essere affrontato alla radice quello che è diventato un vero e proprio collo di bottiglia per l’edilizia.

A ricordare al mondo della politica e agli amministratori locali che “ il Genio civile continua a essere, da anni, un ostacolo per l’iter della ricostruzione e per le costruzioni in generale”, è Ezio Rainaldi, delegato di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, che come tanti imprenditori vive sulla sua pelle le conseguenze della riforma del Genio civile, attuata nel 2015 dalla Regione Abruzzo, per cui l’iter per l’autorizzazione sismica è passato da regime di deposito a quello di autorizzazione.

Le pratiche della ricostruzione, anziché essere depositate, devono essere autorizzate, ossia controllate in ogni loro parte per migliaia di pagine. Ma negli uffici dei quattro Geni civili abruzzesi non c’è abbastanza personale per farlo.

A cercare di porre rimedio ci provarono i parlamentari abruzzesi alcune settimane fa, cercando di far passare un emendamento al Decreto Sblocca cantieri che riportava la situazione allo stato originario, emendamento bocciato in sede di approvazione.