L’Aquila, crisi Accord Phoenix. I sindacati: “Calo del lavoro e nessun piano industriale”

foto di Marianna Gianforte

Una nave alla deriva: questo appare agli occhi dei sindacati l’Accord Phoenix, l’azienda specializzata nel trattamento di rifiuti elettronici, che vive un momento di stallo e di crisi dopo l’apertura di un’inchiesta scaturita da indagini delle Fiamme gialle.

Accord Phoenix è nata nel cuore dell’ex polo elettronico dell’Aquila per ridare un futuro non soltanto ai lavoratori che in quel luogo avevano perso il posto di lavoro in seguito a una serie di crisi e di ristrutturazioni mai andati a buon fine a cavallo degli anni 90 e degli anni 2000, ma anche per dare una speranza e una ripresa economica a un intero territorio. un’azienda nata anche con il sostegno molto importante dello stato, con Invitalia che mise sul piatto oltre 11 milioni di euro dei quali però stanziati soltanto la metà.

I lavoratori si rivolgono ai sindacati, è tanta la preoccupazione per il calo del ciclo produttivo, mentre i TFR non vengono versati. Inascoltata da luglio la richiesta di un incontro tra i sindacati e l’azienda, che si barrica nel silenzio.. Da parte dell’azienda non emergono indicazioni chiare, e questo apre scenari nebulosi sul futuro della accord Phoenix.

A maggio la Guardia di Finanza ha sequestrato 5 milioni di euro e si ipotizza il reato di indebita percezione di contributi statali nei confronti di tre dirigenti.

Mentre va avanti l’inchiesta giudiziaria, tutto resta in un limbo, nel silenzio, denunciano i sindacati totale e assoluto da parte delle istituzioni e della politica.