Cratere 2009: poco personale, la ricostruzione rischia di fermarsi.

Dal 25 settembre a oggi soltanto 40 pratiche della ricostruzione dei centri storici dei comuni del Cratere 2009 sono state realmente esaminate. A lanciare l’allarme è il coordinatore dei sindaci dei Comuni Francesco Di Paolo.

Il problema è quello – diventato ormai quasi un cancro della ricostruzione – della carenza di personale e della sua scarsa efficienza organizzativa all’interno degli Utr, ossia gli uffici territoriali voluti dall’ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca al momento della stesura della legge che sancì la governance della Ricostruzione. Sono gli uffici sparsi nelle 8 aree omogenee del territorio colpito dal terremoto di 9 anni fa e che hanno proprio il compito di portare avanti le pratiche della Ricostruzione.

Ma il personale è sempre più scarno, tra maternità, malattie e trasferimenti e partecipazioni ad altri concorsi. L’organico è sceso da quello previsto di 72 persone a 49 persone. E la ricostruzione rallenta, restano inutilizzati e addirittura nemmeno impegnati 200 milioni di euro (fondi del 2016) a cui si devono aggiungere 150 milioni del 2017, quindi ci sarebbe la possibilità di impegnare 300 milioni che non si riesce a usare; questo potrebbe anche portare alla riduzione dei trasferimenti statali come conseguenza del tiraggio (finanziario) più basso. Sono invece 500 le pratiche ferme al palo mentre altre 2.500 sono attese da tecnici e progettisti. Di questo passo – dice il coordinatore Francesco Di Paolo – la ricostruzione dei Comuni rischia di fermarsi. L’organico è sceso da quello previsto di 72 persone a 49 persone.

La soluzione è quella prevista dalla legge proposta dalla Sottosegretaria all’Economia Paola De Micheli che sopprime gli Utr e trasferisce in un unico grande ufficio il personale (in particolare all’Ursc di Fossa), progetto però osteggiato da diversi sindaci che non vorrebbero privarsi di tecnici.

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