Genio civile, si torna alle vecchie regole

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“Bene ha fatto la Regione Abruzzo a tagliare alla radice un gorgo burocratico che nel giro di poco tempo avrebbe ingoiato il futuro del nostro cratere”. Commenta così il presidente di Ance L’Aquila Ettore Barattelli un regolamento attuativo della legge di riforma del Genio civile.

Il quale recepisce i dettami della riforma Madia per la semplificazione dei processi amministrativi, e con cui la Regione corre ai ripari e corregge il caos che ha travolto in particolare il processo della ricostruzione in tutto il cratere sismico. “l’impasse” del Genio civile viene risolto riportando tutto a com’era prima. Prima che la Regione, nel 2015, decidesse di attuare – senza accertarsi di avere il personale necessario – una norma del testo unico sull’edilizia recepita dalla giunta Chiodi nel 2011. Un cambiamento diventato effettivo l’anno scorso e che ha letteralmente bloccato la ricostruzione del cratere sismico abruzzese nel momento in cui l’iter per l’autorizzazione sismica da regime di deposito è passato a quello di autorizzazione. Il quale prevede che le pratiche della ricostruzione, anziché essere depositate, debbano essere controllate in ogni loro parte per migliaia di pagine: generando il blocco del processo di ricostruzione ormai da mesi. Negli uffici dei quattro Geni civili abruzzesi non c’è infatti abbastanza personale, soprattutto all’Aquila, il più grande cantiere d’Italia, dove si procede con 7 ingegneri e dall’aprile scorso sono in giacenza 350 pratiche.

Una situazione difficile per una città (e decine di Comuni) da ricostruire rapidamente e le imprese arrivate alla canna del gas. Senza l’autorizzazione del Genio civile, infatti, nessun cantiere può partire. Dopo mesi di polemiche, la Commissione Territorio, mette al riparo da un vero caos. In sostanza il provvedimento consentirà di azzerare le 350 pratiche giacenti negli uffici attraverso una procedura semplificata che eviterà la lunghissima trafila dell’esame di merito dei progetti, attraverso l’autorizzazione immediata, come avveniva con il regime di deposito vigente prima della “riforma” del Genio Civile. Si prevede un risparmio temporale dai sei ai nove mesi alle imprese (e ai cittadini) sbloccando immediatamente circa 350 cantieri. Non si torna al vecchio regime di deposito tout court, che prevedeva l’estrazione (per un controllo a campione) del 10% delle pratiche. Adesso il regime di deposito sarà basato su un’estrazione differenziata a seconda del tipo e dell’entità degli interventi da eseguire. Soddisfatto l’assessore alla Ricostruzione dell’Aquila Pietro Di Stefano che da mesi propone una soluzione ora finalmente arrivata.