Pescara, pescatori: “Barriere anti-inquinamento non servono”

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Le barriere galleggianti a Pescara anti-inquinamento del mare proposte dalla Confcommercio stanno facendo discutere e dividono, tra pro e contro. Ma i pescatori, fini conoscitori del fiume e del mare bocciano il progetto e chiedono di essere ascoltati.

E’ certo che la stagione balneare partirà con i divieti di balneazione, a Pescara, a maggio e solo dopo due analisi consecutive che daranno (si spera) esito positivo sulla qualità delle acque, potranno essere rimossi. Il tratto è ampio e va dalla Madonnina alle 4 Vele. La Confcommercio ha dato incarico allo Studio di Architettura Catani di Pescara di trovare una soluzione tampone alla questione spinosa dell’inquinamento del mare e del fiume. Come illustrato ai microfoni del Tg8 dall’Architetto Nino Catani, la soluzione individuata sarebbe quella di realizzare un pannello perpendicolare alla diga foranea dal quale far partire una barriera galleggiante per deviare il flusso delle acque alla foce e portarlo al largo. I pannelli galleggianti, realizzati con uno speciale tessuto in PVC, possono essere ancorati fino al fondo ad una profondità di 10 metri, garantendo la tenuta e consentendo di far defluire le acque inquinate più al largo.

Ma i pescatori reputano il progetto inutile e dispendioso, perché la soluzione vera è quella di aprire la diga foranea. Ramon Scordella spiega che già sono stati utilizzati dei cuscinetti sottomarini nella zona della darsena commerciale che non hanno dato i risultati sperati. I pescatori e gli armatori chiedono di essere ascoltati nelle riunioni organizzate dalle istituzioni e dalle varie associazioni per parlare dei problemi del mare e del fiume. Continuano a ribadire di insistere soprattutto sul sistema di depurazione dei comuni che si affacciano sul fiume Pescara e sul dragaggio dello stesso. Ma, secondo i marittimi, anche per questo progetto proposto da Confcommercio “saranno sprecati altri soldi”. Altra questione sollevata dai pescatori, il restringimento delle aperture lungo il porto canale che, da anni ormai, non consentono più il deflusso del fiume. I marittimi chiedono a gran voce un incontro con il Presidente D’Alfonso e gli altri rappresentanti delle Istituzioni per far sentire la loro voce, la voce di chi, il mare e il fiume lo vive da anni.