Perdonanza Celestiniana, UNESCO conferma candidatura

Ufficiale e confermata dal consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana UNESCO la candidatura della Perdonanza Celestiniana per la Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO 2019.

Oltre a quella del celebre rito aquilano, sono state ufficializzate anche altre due candidature alla lista dai beni da considerare patrimonio dell’Umanità: Ecosistemi forestali della Sila e Alpi del Mediterraneo (candidatura transnazionale insieme a Francia e Principato di Monaco). Il Consiglio, presieduto da Franco Bernabè, precisa  sia di avere confermato la Perdonanza Celestiniana “all’unanimità, come candidatura alla lista rappresentativa del Patrimonio Immateriale per il 2019” e di avere iscritto alla lista propositiva italiana del Patrimonio Mondiale il sito Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia Romagna.

La celebrazione del Perdono, successivamente chiamata Perdonanza, fu istituita nel 1294 da Papa CelestinoV. Rappresenta il primo giubileo aperto anche ai poveri e ai diseredati e riveste un’importanza straordinaria sia per l’aspetto spirituale che per la valenza sociale e politica. La pergamena contenente il testo dell’indulgenza, la Bolla, fu consegnata dal Papa alla città dell’Aquila, che ne divenne custode. La cerimonia della Perdonanza, che si svolge il 28 e 29 agosto, punta a rafforzare i legami interni alla comunità laica e credente. Un messaggio di pace, di solidarietà e riconciliazione nato oltre 700 anni fa, purtroppo non sempre osservato e preso alla lettera.

“Il territorio degli Ecosistemi Forestali della Sila, in cui si trova il gigantesco pino laricio di Calabria – spiega la commissione nazionale italiana UNESCO – è sede di straordinari processi ecologici che interessano gli ecosistemi delle foreste. La lunga e complessa storia geologica del Massiccio della Sila ha dato luogo a processi biologici collegati ad ambienti terrestri e acquatici di notevole importanza. Grazie al suo isolamento geografico, l’area ha svolto la funzione di rifugio delle specie delle foreste europee durante le glaciazioni, dando loro la possibilità di espandersi dopo il ritiro dei ghiacciai.

Le Alpi del Mediterraneo si estendono invece su un territorio transnazionale che interessa l’Italia, la Francia e il Principato di Monaco. Si tratta di un sistema geologico di grande importanza per lo studio della geodinamica della Terra in quanto, in uno spazio di appena 70 km, collega il ghiacciaio più meridionale delle Alpi agli abissi più profondi del Mediterraneo occidentale. Sono l’unico sito conosciuto in cui sono visibili le testimonianze di tre cicli geodinamici successivi, lungo un periodo di 400 milioni di anni. Il territorio del sito è particolarmente interessante dal punto di vista della biodiversità, grazie alle caratteristiche geomorfologiche e climatiche legate al passaggio rapido dall’ambiente alpino all’ambiente mediterraneo.
Le Grotte di Anidrite dell’Emilia Romagna le uniche epigeniche del mondo che ospitano anche un tipo di cavità completamente nuovo: la curva ipogea, il cui sviluppo è strettamente controllato dall’idratazione di anidrite. L’affioramento delle Anidriti Triassiche nell’Alta Valle del Secchia è un rarissimo e perfettamente conservato esempio di evaporite, ancora parzialmente attivo, che ospita la più profonda grotta di anidrite del mondo e la più grande sorgente carsica salata in Italia”.