Sisma, new town di Assergi tra abbandono e disservizi

Il freddo e la solitudine sono le prime cose che colpiscono quando arrivi nella new town di Assergi, uno dei 19 agglomerati del progetto Case costruiti in fretta e furia dopo il terremoto, dal governo e dalla Protezione civile per dare un tetto a 17mila persone.

Ma senza una vera pianificazione urbanistica e senza tenere in considerazione la reale vicinanza di questi quartieri con la città o con i luoghi della socializzazione e della pubblica amministrazione. E così, sono diventati nel frattempo quartieri dormitorio. Ad Assergi la vita si svolge sospesi nel tempo, fra pavimentazioni disconnesse e tante problematiche sociali ed umane.

Abbiamo cercato di raccontarlo con le parole di Giuliano Bruno, che vive con tutte le difficoltà della sua disabilità (Giuliano infatti non vede) in un appartamento della new town più alta della città, realizzata sfregiando un pezzo di montagna con l’intento iniziale di bonificare quello che era l’ex sito Cogefar, ma senza successo, con un complesso immobiliare che ora cade a pezzi come molti degli altri sparsi nel cratere, dove gli abitanti cercano di vincere la tristezza dell’abbandono, dell’isolamento e della rassegnazione facendo squadra e aiutandosi a vicenda.

Neve negli ascensori, infiltrazioni di acqua, piastrelle disconnesse, riscaldamenti che non funzionano: l’elenco dei disservizi è sterminato. A esso va annoverata la questione pannelli solari, fatti realizzare sui tetti di alcuni degli insediamenti del progetto Case (ad Assergi ma anche altrove) e mai entrati in funzione.

Una vicenda finita in tribunale. I pannelli sono stati realizzati per produrre acqua calda e quindi per permettere ai residenti di risparmiare sulla bolletta. Spiega Bruno:

“Peccato, perché in questo anno straordinariamente caldo e con tanti giorni di sole, avremmo potuto risparmiare molti soldi”

new town l’aquila

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