L’Aquila, frazioni: ricostruzione ancora lontana

Frazioni abbandonate, ultima ruota del carro di una ricostruzione che è entrata nel vivo soltanto da poco più di un anno e che paga lo scotto della complessità burocratica che spesso provoca più danni di un terremoto.

Ai problemi vecchi, legati al cratere sismico del 2009, si aggiungono problemi nuovi, dovuti alle nuove problematiche emerse con gli ultimi terremoti. Come ad Arischia, dove 43 famiglie sono state evacuate dalle loro case agibili nel centro storico della frazione, perché il terremoto del 18 gennaio ha danneggiato le abitazioni adiacenti. Un caso estremo, che rappresenta il grande disagio in cui si trovano a vivere le persone, costrette a modificare le loro vite per adattarsi alla precarietà del post-sisma. A sollevare il problema sono i consiglieri dell’area di centrodestra, che ribadiscono la necessità di mettere mano a una strategia diversa per accelerare la ricostruzione dei centri storici delle frazioni, alcune delle quali anche molto popolose: come Paganica, che oggi conta 18mila domiciliati: erano poco più di novemila prima del terremoto.

Che nelle frazioni la ricostruzione proceda con ritardo lo riconosce anche il Comune, ma la colpa, in molti casi, è dovuta alla lentezza tante volte ribadita con cui i tecnici consegnano i progetti. Lo ha spiegato il direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, Raniero Fabrizi: “Grosso modo – dice Fabrizi – entro la metà di quest’anno dovrebbero essere definiti i progetti cosiddetti “parte prima” (quelli che stabiliscono l’importo del contributo per la ricostruzione e propedeutici all’avvio dei cantieri) delle 13 frazioni prioritarie (quelle che partiranno prima per intensità dei danni). Se i progetti vengono consegnati nei tempi previsti – ribadisce il dirigente dell’Ufficio speciale – nel giro di un anno e mezzo potrebbero partire tutti i cantieri delle 13 frazioni prioritarie”. Quanto ai dati della ricostruzione, i pareri emessi a oggi sono 1.044 per un importo complessivo concesso di 360 milioni di euro, mentre sono 3.696 le unità immobiliari interessate.

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