Sisma L’Aquila, vice sindaco Liris: “E’ allarme Tso e ludopatia”

tso1

Sisma L’Aquila: vicesindaco, Tso al doppio media nazionale. Liris, postumi terremoto, subito tavolo Asl anche su ludopatie.

In provincia dell’Aquila è allarme sociale per i trattamenti sanitari obbligatori, il cui numero ha superato il doppio della media nazionale che è di 16 per ogni 100mila abitanti: nel 2017 nel territorio provinciale, che registra la presenza di circa 300mila persone, sono stati 100 i ricoveri coatti, mentre nei primi sei mesi la tendenza è in aumento con 62 Tso.

“Tra le cause di questo non invidiabile record nazionale sicuramente ci sono le conseguenze del post terremoto dell’Aquila”, spiega il vicesindaco del capoluogo di regione, Guido Liris (Fi), medico di professione, il quale, nell’esprimere la preoccupazione, invita le istituzioni, in testa la Asl provinciale dell’Aquila, ad intervenire “con un’azione coordinata e congiunta”.

In particolare Liris ha inviato una lettera al direttore generale dell’Azienda Sanitaria Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Rinaldo Tordera, e al Capo del Dipartimento della salute mentale, prof. Alessandro Rossi, con cui chiede l’attivazione di un tavolo “per intervenire con urgenza dopo l’approfondimento del forte disagio che emerge con chiarezza dai dati dei ricoveri, un disagio che è complesso da interpretare e che coinvolge più strutture della Asl, in particolare il reparto di Psichiatria dell’Ospedale dell’Aquila”. “I dati sono il segnale di un disagio forte che va associato, a dieci anni dal terremoto, anche ai postumi del tragico sisma. Di conseguenza, anche gli altri indicatori di questo disagio sociale, come ludopatia, abuso di alcolici e assunzione di sostanze stupefacenti hanno raggiunto livelli preoccupanti”, chiarisce ancora Liris.

Il vicesindaco indica la strada in attesa del tavolo istituzionale: “L’allarme sui Tso incrocia l’emergenza legata alla carenza di personale dell’Azienda Sanitaria denunciata anche dal sindaco dell’Aquila e da tutte le sigle sindacali – continua – la Regione deve subito autorizzare le procedure per l’assunzione di personale, non ci sono più le condizioni per tenere aperti servizi essenziali. In questo caso parliamo di un ambito in cui tutto poggia sull’intervento umano, quindi, il turn over incide maggiormente sulla qualità e sulla quantità delle prestazioni. C’è, inoltre, da sottolineare che i casi trattati sono spesso ‘difficili’ a livello sociale e sanitario, un esempio su tutti la Rems nel comune di Barete, dove sono ricoverati detenuti con serie problematiche psichiatriche”, conclude Liris che auspica una posizione unitaria da parte del Comitato ristretto dei sindaci.