L’Aquila, l’allarme Cgil: in due anni persi 16mila posti di lavoro

Un Abruzzo a due velocità quello sul fronte occupazionale, con le aree interne in forte sofferenza per la mancanza di lavoro e da cui si alza un grido di dolore per la situazione difficile in cui si trovano a vivere migliaia di famiglie senza lavoro.

La provincia dell’ Aquila, dalla Valle Peligna alla Marsica è attraversata da vertenze che coinvolgono tutti i settori. Dal manifatturiero ai servizi, dal turismo al commercio. Almeno 50 le vertenze in corso, alcune finite male e altre di cui non s’intravede la via d’uscita, come quella che sta riguardando negli ultimi mesi l’impianto per l’imbottigliamento dell’acqua Santa Croce a Canistro e la Cartiera Burgo, oppure lo stabilimento della Vesuvius e il destino dei lavoratori appeso a un filo. Per una vertenza che si risolve altre se ne aprono, in uno stillicidio continuo che vede impoverire l’Abruzzo interno.

E spesso, quando una vertenza si risolve come ad esempio quella della Cartiera Burgo, che ha annunciato la riassunzione di 140 persone, di contro restano fuori centinaia di posti di lavoro perché ad esempio per la stessa Burgo ne rimangono fuori 300, erano in 400 i lavoratori).

Serve subito un Piano straordinario sul lavoro per le aree interne, a chiederlo è il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti.

Il servizio del Tg8: