L’Aquila, scuola: “No alla regionalizzazione dell’istruzione”

No alla regionalizzazione dell’istruzione. A chiederlo sono le segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua, che hanno consegnato al prefetto del capoluogo regionale un documento da consegnare al governo nel quale ribadiscono i motivi della mobilitazione e le richieste alla politica. E già si pensa a nuove mobilitazioni contro “il rischio del ritorno alle gabbie salariali del passato”.

“Le misure contenute nella Legge di Bilancio – scrivono Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua regionali – intervengono sul reclutamento del personale docente della scuola, introducendo non pochi elementi di novità che tuttavia non sono in grado di garantire un regolare avvio dell’anno scolastico. Al fine di rimuovere alla radice una serie di criticità altrimenti destinate fatalmente a riproporsi, è indispensabile:
– garantire la stabilizzazione degli organici ed in particolar modo l’organico di sostegno e l’organico ATA;
– aumentare il tempo scuola e garantire l’accesso al tempo pieno ai cittadini abruzzesi al pari delle regioni del nord Italia;
– prevedere una fase transitoria finalizzata all’immissione in ruolo dei docenti vincitori di concorso già abilitati o con tre anni di servizio.
Già quest’anno, ultimate le operazioni di immissione in ruolo, sono rimaste scoperte ben 32.217 cattedre, pari a più della metà del contingente delle immissioni in ruolo 2018-2019. A queste vanno sommati i 56.564 posti, tra organico di fatto e deroghe di sostegno da attribuire con incarichi al 30 giugno, la cui ritardata attivazione ha avuto ripercussioni molto negative sull’avvio dell’anno scolastico, tanto che ancora a novembre molte classi e molti studenti erano privi dei docenti in cattedra.

Per effetto delle ulteriori cessazioni dal servizio e dei problemi irrisolti in materia di reclutamento, l’anno prossimo la situazione in Abruzzo tenderà ad aggravarsi: alle 433 domande di pensione che erano state già presentate si sono aggiunte oltre 500 richieste di pensionamento con “Quota 100”. Senza un piano di stabilizzazione straordinario la scuola vivrà una vera e propria condizione di emergenza, e sarà difficile garantire il diritto allo studio.

Per questi motivi il 12 marzo saremo in piazza in Abruzzo, come in tutta Italia, per chiedere:
– un consistente piano di assunzioni dei docenti per coprire tutti i posti liberi che ci saranno dal 1° settembre 2019;
– una fase transitoria in cui stabilizzare il lavoro dei docenti già abilitati o con 3 anni di servizio;
– misure che risolvano in modo chiaro e definitivo i problemi generati dalla vertenza dei diplomati magistrali;
– la stabilizzazione nell’organico di diritto di tutti i posti autorizzati tra organico di fatto e deroghe sul sostegno su cui la scuola deve poter contare con continuità.

Sarà anche l’occasione – concludono Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua – per ribadire il nostro NO al progetto di regionalizzare l’istruzione e per rilanciare il nostro appello ad un generale e forte impegno civile e culturale affinché si fermi il pericoloso processo intrapreso con la richieste formulate in materia da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna”.