L’Aquila, Intecs: pronti 13 licenziamenti a partire da maggio

Licenziamento alle porte per 13 ricercatori del centro di ricerca Intecs dell’Aquila, l’azienda di telecomunicazione non torna sui suoi passi e va avanti lungo il percorso di riduzione del personale e dismissione dello stabilimento aquilano avviata negli ultimi anni.

Ottanta i lavoratori che rischiano di restare fuori dal mercato del lavoro, professionalità altissime ma non più giovani per trovare subito un’altra collocazione e comunque troppo lontani dalla pensione. Lavoratori che già da anni sono stati letteralmente “parcheggiati” dall’azienda e che ora sperano di essere ripescati da nuovi imprenditori pronti a investire all’Aquila grazie ai fondi del 4% della ricostruzione dedicati proprio alle attività produttive. A partire dal primo maggio 13 dipendenti del centro di ricerca verranno licenziati. Si tratta dei dipendenti che subirono già un licenziamento collettivo nei mesi scorso, ma che tramite gli ammortizzatori sociali si riuscì a tenere “agganciati” all’azienda. “Adesso i tempi stringono, gli ammortizzatori sociali si stanno esaurendo – spiega Elvira De Sanctis della Rs Fiom Cgil – e siamo di fronte ai primi effettivi licenziamenti”.

Una crisi, quella della Intecs, che viene da lontano. Il centro di ricerca proviene da un passato glorioso: ex Laboratorio di ricerca e sviluppo prima dell’ex Italtel, poi Siemens, infine Technolabs, che ha contato fino a 250 ricercatori ai tempi d’oro, tutto personale specializzato: quasi tutti i ricercatori sono laureati in discipline scientifiche, da ingegneria a informatica, fisica, matematica, il settore principale di lavoro riguarda la progettazione e realizzazione di grandi apparati per le telecomunicazioni. Il centro di ricerca che oggi non vede un futuro e i cui dipendenti devono fare i conti con un’età anagrafica avanzata, che impedisce una ricollocazione nel mercato del lavoro se non si trova una strada specifica per salvare tante alte professionalità

“Le competenze nel settore delle telecomunicazioni – spiega la De Sanctis – oggi non vede una collocazione almeno all’interno do questo territorio, e quindi c’è difficoltà a ricollocarsi. Le poche persone che sono riuscite a trovare un’opportunità hanno dovuto lasciare il territorio con le loro famiglie”.

La Intecs ha intenzione di mantenere attivo un sito ridimensionato, di sole 30 unità. Attualmente il personale si è ulteriormente ridotto, con una pianta organica di 87 lavoratori: dagli iniziali 70 licenziamenti, si arriverebbe dunque a un taglio di 57 addetti.

Dura la critica della Rsu. “La Intecs probabilmente acquistò il laboratorio di ricerca e sviluppo dell’Aquila pensando di sfruttare le competenze hardware del laboratorio, ma forse i piani non sono andati come la Intecs immaginava e si è trovata ad avere del personale al quale non è in grado di dare delle risposte e di collocare sul mercato”.

A fine 2016 è stato firmato un accordo con la Regione che ha permesso di prolungare la sospensione del licenziamento di massa annunciato dall’azienda. Il contratto di solidarietà in corso scadrà, appunto, a fine aprile e fino a quel momento si andrà avanti con l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale. Nel frattempo, c’è l’impegno della Regione a individuare altre strade, attirando imprenditori con le agevolazioni dei fondi del 4% della ricostruzione dedicati appunto alle attività produttive nel cratere sismico, in grado di tutelare l’occupazione.

“Si sono dunque aperte delle possibilità – conclude la sindacalista – ma bisogna ancora capire quale percorso si dovrà affrontare”

IL SERVIZIO DEL TG8