Accord Phoenix, i lavoratori tornano a sperare

Sarà un italiano di una sessantina di anni, molto professionale, docente universitario ed esperto di gestione aziendale, con importanti esperienze come amministratore delegato di grandi imprese italiane e incarichi imprenditoriali avuti, in passato, anche all’estero.

E’ questo l’identikit ancora senza un nome del nuovo presidente del cda di Accord Phoenix, l’azienda per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti elettronici rimasta senza il vertice dopo le dimissioni dell’imprenditore inglese di origini indiane Ravi Shankar, principale azionista di maggioranza costretto a dimettersi, la settimana scorsa, un atto dovuto in vista del patteggiamento di tre mesi con la sospensione della pena arrivato proprio ieri, nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato con il componente del Cda Francesco Baldarelli e il responsabile della linea produttiva Lundo per reati ambientali. A fornire una prima descrizione del nuovo presidente del cda è proprio Baldarelli, il quale però – precisa – spetterà all’assemblea dei soci dire l’ultima parola in merito. Assemblea non ancora convocata.

Intanto una speranza di ripresa del progetto industriale da 40 milioni di euro – di cui 10 pubblici – è arrivata ieri sera dal dissequestro dell’area sotto inchiesta. Un passaggio importante in vista dell’avvio delle linee produttive, ben accolta dai sindacati e soprattutto dai lavoratori. Shankar perde il suo ruolo di presidente, ma resta nel cda come azionista di maggioranza.

Ora la palla deve passare all’amministrazione comunale, sostiene Clara Ciuca della segreteria provinciale della Uil, che chiede al nuovo sindaco Pierluigi Biondi di seguire più da vicino le vicende di un’azienda da cui dipende il futuro di oltre 130 famiglie.

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