L’Aquila, fusione camere di commercio. Santilli: “Nessuno stop al processo. Deciderà il ministro”

foto di Marianna Gianforte

Nessuno stop alla fusione delle Camere di commercio dell’Aquila e di Teramo. A dirlo è il presidente dell’Ente camerale aquilana, Lorenzo Santilli, che rimanda alla decisione del ministero dello Sviluppo economico un’eventuale cambio di passo.

Mentre in altre regioni d’Italia, ad esempio in Emilia Romagna, viene chiesto che la questione del riordino delle Camere di Commercio sia portata al più presto in sede di conferenza Stato-Regioni, proponendo al governo una modifica condivisa dell’attuale legge, in Abruzzo si scatenano le polemiche e il “tutti contro tutti” per la mancata (sinora) fusione, fra le camere di commercio dell’aquila e di Teramo, che sembrava cosa fatta.

Dopo la revoca da parte del consiglio camerale di Teramo, all’unanimità, della delibera di fusione adottata nel 2016 con cui si sanciva la nascita della Camera di commercio Gran Sasso d’Italia, tra i due territori volano stracci. Sicuramente, dicono da più parti,la legge di riforma, voluta dal governo, ha generato molte criticità, fra le quali i criteri di accorpamento, spesso poco rispettosi delle differenze territoriali; ma al di là delle proteste, delle levate di scudi, e delle richieste di convocazione, come quella lanciata ieri dal presidente di Confindustria dell’Aquila Abruzzo Interno Podda, attraverso un comunicato stamap anziché una lettera ufficiale, come tra enti dovrebbe avvenire) al presidente della Camera di commercio dell’aquila, Lorenzo Santilli – di riunire tutte le associazioni di categoria della provincia dell’Aquila, c’è un decreto del ministero che due anni fa ha sancito la nascita di un’unica camera di commercio.

Alle polemiche, tirato in ballo, risponde proprio Santilli: Non è sancito da nessuna parte che la fusione non si farà, l’ultima parola – dice – spetta al ministero per lo sviluppo economico. E parla anche di “notizie gonfiate ad arte dalla stampa”.

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