Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti del 18 maggio

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di lunedì 18 maggio, il giorno delle riaperture. Situazione stabile, oggi solo 7 nuovi casi su 1260 tamponi analizzati (ieri 8 su 1332). In Italia 99 morti in 24 ore, il numero più basso dall’inizio del lockdown.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO++++

Ore 21.00Coronavirus Abruzzo, nuove proiezioni: “zero casi” fissato al 1 giugno

Ore 19.25 – Montesilvano, a giugno tornano i mercati rionali

Ore 18.10 – Coronavirus L’Aquila, donazioni private per Terapia Intensiva

Ore 17.18 – Coronavirus Abruzzo, striscione contro i giornalisti a Pescara

Ore 17.07 – L’Aquila, incertezza per i lavoratori Customer2Care

Ore 16.52Dal Movimento 5 Stelle proposte per superare crisi post Coronavirus a Pescara

Ore 15.50La Asl di Pescara per la prima volta con zero casi

Ore 15.14Il bollettino sanitario di oggi in Abruzzo

Ore 14.15 Niente zona rossa a Vasto

Ore 13.35 – Coronavirus L’Aquila, operaio positivo al Covid-19

Ore 13.25 – Teramo, la riorganizzazione del trasporto pubblico

Ore 13.15 – Coronavirus Abruzzo, ad Atri si svuota l’ospedale Covid

Ore 13.00 – Funerale Rom in Molise: attenzionati tre comuni abruzzesi

Ore 12.55 – Teramo, il Centro Commerciale Gran Sasso dona 12 mila mascherine

Ore 12.15 – Coronavirus Abruzzo: le proposte di F.I. per rilanciare il commercio

Ore 11.50 – Coronavirus Abruzzo: “#iochiudoperriaprire” la rabbia dei pubblici esercizi

Ore 11.30 – Fase 2, in Abruzzo le Chiese riaprono alla celebrazione

Ore 10.55 – Coronavirus: riaprono i bar, torna il rito del caffè

Ore 10.00 – Riapertura ristoranti, accolte le richiede della Confcommercio

Ore 9.45 – Campli: riaprono negozi ed attività, in arrivo agevolazioni su Tari 

Ore 9.15 – Coronavirus: “Il Pubblico dov’è?” il grido di dolore, ma anche di speranza

Ore 8.30 –  Università Teramo, lezioni sull’emergenza Covid per Esami di Maturità

Ore 7.45 – Fase2, Febbo su Agenzie Scommesse

Ore 6.00 – Marsilio: “nostra Ordinanza in linea con il DCPM”, pronti a riaprire

LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO  (ANSA-ADN-KRONOS)

Coronavirus: 99 morti in 24 ore, il minimo dal lockdown in Italia. È l’incremento più basso in un giorno dall’inizio del lockdown dell’11 marzo. In totale i morti salgono così a 32.007. Domenica l’aumento era stato di 145 vittime. I contagi nel Paese sono 225.886, 451 più di ieri. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. Ieri l’incremento era stato di 675. Quattro regioni hanno zero contagi: Umbria, Sardegna, Calabria e Basilicata. I malati sono 66.553, 1.798 meno di ieri. Domenica il calo era stato di 1.883. Sono saliti a 127.326 i guariti e i dimessi per il Coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.150. Domenica l’aumento era stato di 2.366. Sono 749 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 13 meno di ieri. Di questi, 252 sono in Lombardia, 3 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 10.207, con un calo rispetto a ieri di 104 persone mentre quelli in isolamento domiciliare sono 55.597, con un calo di 1.681 rispetto a ieri. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile.

I guanti e la pulizia delle mani sono importanti quanto le mascherine per evitare il contagio. Il contatto, diretto o tramite le superfici, è infatti il modo principale di trasmissione del nuovo coronavirus, dunque molto più efficace delle goccioline nell’aria: lo indica il modello matematico elaborato dall’Istituto israeliano di ricerca biologica, ospitato sul sito medRxiv, che raccoglie i lavori che ancora non hanno passato il vaglio della comunità scientifica. I virus respiratori come il SarsCov2 si diffondono per contatto, goccioline (prodotte con tosse o starnuti, che viaggiano meno di 1,5 metri) e aerosol sospesi nell’aria, che possono infettare una persona una volta che si depositano nelle sue vie respiratorie. In questo caso i ricercatori guidati da Eyal Fattal hanno calcolato che tra il 60 e 80% del virus si trasmette per contatto diretto e il 20-40% attraverso il contatto con superfici, mentre la trasmissione attraverso l’aria, sia con goccioline che aerosol, conta per meno dell’1%. Quindi, sulla base dei dati disponibili, il contatto diretto è il meccanismo dominante dell’infezione. Ciò è coerente, secondo i ricercatori, con gli altri studi che hanno analizzato campioni di aria prelevati in ambienti in cui si trovavano pazienti sintomatici con Covid-19, ottenendo risultati negativi per tutti i campioni d’aria. Nello studio è stato analizzato anche il periodo contagioso dei pazienti pre-sintomatici, scoprendo che inizia circa 30 ore prima della comparsa dei sintomi. Come misure di protezione per evitare il contagio, secondo i ricercatori, la combinazione di frequenti lavaggi di mani, pulizia delle superfici ed evitare il contatto fisico è efficace come indossare guanti e mascherina. Il fatto che il contatto sia la principale via di contagio pre-sintomatica, conclude lo studio, suggerisce che le misure igieniche e comportamentali consigliate a livello pubblico dovrebbero concentrarsi sul ridurre la contaminazione delle mani o sul non toccare il viso con le mani.

Tamponi e tracciamento sono le principali armi per scongiurare una seconda ondata dell’epidemia di Covid-19. Lo indica il gruppo di ricerca coordinato da Trevor Bedford, della Divisione vaccini del centro di ricerca americano Fred Hutchinson, che ha analizzato migliaia delle mappe genetiche del virus SarsCoV2 liberamente accessibili sul sito del progetto Nextstrain, dedicato all’analisi genetica dei nuovi organismi patogeni. “In questa fase della pandemia – si legge sul sito Nextstrain – le analisi epidemiologiche basate sui dati genetici sono particolarmente necessarie e urgenti a livello locale” e l’unico modo per interrompere la comparsa di nuove ondate consiste nel fare tamponi che, rivelando le tracce genetiche del virus, permettano di “rintracciare immediatamente e di isolare i casi positivi”. Dall’analisi delle migliaia di mappe genetiche del virus raccolte finora in tutto il mondo sta emergendo “un profondo legame tra i focolai di Covid-19 in diverse parti del mondo”, dovuto molto probabilmente anche a “ingressi multipli del virus avvenuti in uno stesso Paese attraverso i viaggi”. Una volta che il virus arriva in un nuovo territorio, in molti casi può scomparire senza causare una trasmissione diffusa, a seconda delle condizioni locali, ma in altri casi può innescare dei focolai epidemici, che a loro volta possono ulteriormente diffondere il virus. I focolai epidemici “di tutto il mondo sono profondamente connessi e che la battaglia contro la pandemia di Covid-19 deve essere globale: non potremo battere il virus in nessun luogo senza affrontarlo ovunque”.

I dati riportati dal sistema di Monitoraggio per il controllo dell’epidemia di Covid-19 in Italia “non possono e non debbono essere interpretati come una pagella e soprattutto vanno letti nel loro insieme, interpretati con cautela, come una fotografia della situazione e della capacità di risposta”. A spiegarlo è una nota dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in cui si sottolinea come “in regioni come Umbria e Molise, che restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni, anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente ad un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili, quali l’Rt”, ovvero l’indice che misura la trasmissibilità del virus.

Via libera alla ricetta elettronica anche per i farmaci contro il dolore. È uno degli effetti dell’emergenza Coronavirus previsto nella circolare inviata dal Ministero della Salute  alle regioni il 14 maggio. Si possono ottenere con prescrizioni dematerializzate anche i medicinali a base di sostanze stupefacenti e psicotrope, tra cui quelli per la terapia del dolore. La situazione di emergenza Covid ha dato impulso alla digitalizzazione delle ricette in alternativa al cartaceo, per assicurare la disponibilità di farmaci ai soggetti più fragili e per ridurre l’afflusso di pazienti negli studi dei medici di famiglia. La nota chiarisce la prescrivibilità, con ricetta dematerializzata, di farmaci a base di sostanze stupefacenti e psicotrope incluse nelle sezioni B, C, D, E della tabella dei medicinali e i medicinali con forte attività analgesica per il trattamento di pazienti affetti da dolore severo previsti nella sezione A (tra cui Fentanil e Ossicodone). Restano escluse dall’elenco dei medicinali prescrivibili in modalità semplificata quelli compresi nella sezione A della tabella, con indicazioni diverse dalla terapia del dolore, come le confezioni a base di metadone.

È previsto a giorni l’avvio delle chiamate per selezionare il campione di 150mila cittadini per i test dell’indagine sierologica nazionale su Covid-19. Ad effettuarle saranno volontari e operatori della Croce Rossa. Si stanno finendo di ultimare i preparativi della macchina organizzativa e l’addestramento degli operatori. L’avvio dei contatti tramite telefonate partirà entro qualche giorno. In totale, verranno effettuate circa 190mila chiamate per arrivare a garantire il campione fissato di 150mila cittadini rispondenti positivamente alla chiamata per i test. Saranno impegnati 550 tra volontari ed operatori su base regionale e ci sarà una struttura nazionale di supporto.

Si fermano per un anno i grandi eventi musicali live. Dagli Afterhours a Baglioni, da Benji e Fede ad Andrea Bocelli, da Enrico Brignano a Brunori Sas, da Nick Cave a Eric Clapton a Francesco De Gregori, dai Deep Purple a Celin Dion a Billie Eilish, da Emma a Tiziano Ferro, da Ligabue al Volo, da Pearl Jam ai Simple Minds, da Ultimo a Zucchero: le disposizioni governative in tema di salute pubblica, che vietano assembramenti di persone, fermano i grandi concerti. Lo annuncia una nota di Assomusica: “Una decisione condivisa dalla gran parte dei produttori e organizzatori di spettacoli di musica dal vivo, che fanno sentire unita la loro voce. Un segnale necessario che non significa che la musica dal vivo si arrenderà. L’appuntamento con i grandi eventi live dell’estate 2020 è infatti rimandato al 2021”.

Coronavirus: Oms, nei bimbi infiammazione multi-organo. Prima definizione della sindrome, ‘necessario approfondire’

Una ‘Sindrome infiammatoria multisistemica’, che può cioè coinvolgere più organi, è stata osservata in bambini e adolescenti e sembrerebbe collegata alla Covid-19. L’allerta arriva dall’Oms che, sulla base delle segnalazioni giunte da Europa e Usa di bambini ricoverati in terapia intensiva per una condizione di ‘infiammazione sistemica’ con alcune caratteristiche simili alla Malattia di Kawasaki, ha sviluppato una definizione “preliminare” per classificare tali casi nei bambini. Necessario un approfondimento.

Nautica: via a linee guida per ripartenza diporto e charter. Cecchi: “Ora lavoriamo per rivedere vincoli per non conviventi”

Il ministero dei Trasporti ha pubblicato le linee guida per i porti turistici, la navigazione privata, il charter e il diving. “Dopo avere ottenuto la ripresa delle attività della produzione già dal 27 aprile, una settimana prima della riapertura dell’industria, delle reti di vendita il 5 maggio scorso – dice il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi – ora può ripartire anche la navigazione, ancora però nell’ambito delle regole generali di spostamento. Fino al 3 giugno, infatti, permane il divieto generale di spostamento fra diverse regioni e l’arrivo dall’estero, che saranno liberalizzati da quella data. Nel frattempo continuiamo a lavorare per migliorare la normativa, soprattutto per quanto riguarda i limiti di imbarco fra persone non conviventi”. Le restrizioni nascono dal fatto che “alcune iniziative non coordinate o locali si sono mosse chiedendo l’equiparazione della barca alla propria abitazione” spiega una nota di Confindustria Nautica che chiede invece alla ministra Paola De Micheli la rimodulazione dei vincoli.

Conte, impegno governo perchè aiuti arrivino più veloci Saranno mesi duri, è prova più dura da dopoguerra.

“Saranno mesi molto duri e complessi, non dobbiamo nascondercelo. Come ho già detto più volte, stiamo affrontando la prova più dura dal Dopoguerra”. Così il premier Giuseppe Conte in una lettera a Leggo. “Stiamo facendo – sostiene Conte – l’impossibile per venire incontro in tempi ancora più rapidi alle esigenze di tutti. Con il dl Rilancio abbiamo introdotto nuove significative misure economiche attraverso cui rafforziamo ulteriormente il sostegno per i lavoratori, potenziando la cassa integrazione e il bonus per gli autonomi che, attraverso due tranches, potrà arrivare anche a 1.600 euro. Stiamo facendo in modo che questi aiuti arrivino a tutti e in maniera più veloce di quanto sia accaduto sino ad oggi”. Il premier assicura che il governo è vicino “ai tanti cittadini in difficoltà troppo spesso invisibili, ai nostri giovani” e “alle famiglie che si sono rivelate uno straordinario ammortizzatore sociale”. “Nei momenti di crisi – conclude – tornare alla normalità è un po’ come imparare di nuovo a camminare. Lo Stato conta di esserci per rimuovere e superare gli ostacoli. Un passo alla volta, con prudenza e attenzione, in modo da evitare di cadere e tornare indietro. L’Italia tornerà a correre”

Il numero più basso di vittime dall’inizio del lockdown, 145 nelle ultime 24 ore, è il miglior auspicio per l’Italia che riapre, con i negozi, i bar e i ristoranti che potranno rialzare le saracinesche dopo oltre due mesi. Ma è ancora scontro tra il governo e le Regioni proprio sulle modalità con cui ricominciare e nonostante l’accordo raggiunto nella notte e confluito negli allegati al Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte dopo l’annuncio nella conferenza stampa di sabato sera: “i dati sono incoraggianti, dobbiamo correre un rischio calcolato, non possiamo più aspettare”. Ad accusare l’esecutivo stavolta non sono però i governatori del centrodestra ma il Dem Vincenzo De Luca. “La Campania non è d’accordo e non ha sottoscritto l’intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all’unanimità – dice il governatore – Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile”.

Parole a cui il governo non replica direttamente anche se, sottolineano fonti di palazzo Chigi, l’intesa raggiunta non è con i singoli presidenti ma con la Conferenza delle Regioni. Nelle riunione che si è protratta fino a notte, fanno inoltre notare fonti di governo, ci si era lasciati con un accordo ‘pieno’: nel Dpcm sarebbero confluite le linee guida predisposte dal documento unitario dalle Regioni, che il governo ha infatti fatto proprie. L’allegato 17 afferma esplicitamente che le indicazioni sono “in continuità con le indicazioni di livello nazionale, in particolare con il protocollo condiviso tra le parti sociali…nonché con i criteri guida generali di cui ai documenti tecnici prodotti da Inail e Iss”. L’uscita di De Luca, sottolineano le stesse fonti, sarebbe quindi dovuta al timore dei presidenti di assumersi pienamente le responsabilità di aperture e chiusure, nascondendosi dietro l’attendismo del governo sulle linee guida. Un atteggiamento che già nella riunione di ieri aveva provato ad assumere il governatore della Lombardia Attilio Fontana chiedendo di riaprire il documento delle Regioni sulle linee guida per inserirvi eventuali modifiche suggerite da Inail e Cts. Un tentativo che avrebbe di fatto ritardato l’uscita del Dpcm e consentito ai presidenti di non riaprire e di accusare il governo. Lo stop sarebbe arrivato, oltre che dall’esecutivo, anche da diversi governatori tra cui il veneto Luca Zaia e il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Si riparte dunque, ma non tutti insieme. Al di là delle polemiche, lo stesso De Luca ha rinviato di tre giorni l’apertura dei ristoranti. E sull’apertura dei ‘confini’ regionali il 3 giugno ha già detto che la valuterà solo il 2. La Sardegna ha invece deciso di rinviare ancora di qualche giorno l’apertura di siti archeologici e musei e il Piemonte ha posticipato quella di bar e ristoranti al 23.

“La nostra non è una regione a rischio – dice il presidente Alberto Cirio – Se c’è uno slittamento di qualche giorno per alcune attività questo dipende solo dal fatto che da noi il contagio si è diffuso più tardi”. Quello che dice Cirio è vero: i dati del monitoraggio del ministero della Salute sui primi 12 giorni di allentamento delle misure indicano il Piemonte tra i territori ad oggi a rischio basso. Ma è altrettanto vero che la Regione, così come la Lombardia, continua ad essere quella con il più alto numero di contagiati in Italia: sui 675 nuovi casi, più del 50% (390) si registrano proprio nelle due regioni. Non solo. nei numeri di ieric’è un altro, piccolo, campanello d’allarme: in 6 regioni – Piemonte, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Sicilia – risalgono le terapie intensive, uno dei parametri fondamentali per capire l’andamento del virus e la tenuta del sistema sanitario. Per ora sono numeri irrisori (7 casi in tutto): ma da oggi, quando tutti torneremo al bar, al ristorante e dal barbiere o a cena con gli amici, se non rispetteremo le regole il rischio che la curva possa balzare nuovamente in alto è concreta.

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.