Pescara, 25 Aprile la Festa della Liberazione

Una Festa della Liberazione unitaria, collettiva, ampia e democratica: è quella  organizzata a Pescara grazie alla ritrovata compattezza delle forze antifasciste di fronte agli attacchi quotidiani ai valori repubblicani e resistenziali.

Istituzioni, partiti, sindacati e associazioni insieme per  una giornata ricca di appuntamenti il cui filo conduttore è la fierezza della identità democratica di Pescara, il rifiuto di ogni neo fascismo, accoglienza, uguaglianza e diritti sociali.

Comune di Pescara, Arci, Anpi, Rete Oltre il Ponte, Cgil, Critical Mass, Deposito dei Segni hanno dato il via a diverse iniziative, a partire dall’omaggio al Cippo della scuola 11 febbraio, dove è stato reso omaggio ai 9 partigiani uccisi dai nazifascisti, per poi concludersi con la marcia antifascista in centro a Pescara alle ore 17,30.

“In questi giorni leggo dei distinguo pelosi sul significato del 25 aprile, ai quali rispondo con Calamandrei, quando dice che siamo un popolo serrato attorno ad un monumento che si chiama, ora e sempre, Resistenza. Anche per questo sarò lieto di partecipare a questa giornata ricca di eventi”.

Così il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, ha presentato il programma del 25 aprile organizzato dal Comitato Provinciale dell’Anpi e denominato ‘Nessuno Escluso’, al quale hanno aderito, oltre al Comune, una ventina di sigle tra associazioni, movimenti, sindacati e partiti politici. La giornata di oggi è proseguita all’antistadio, per il Primo Trofeo dell’Inclusione, un torneo di calcetto organizzato dalla Cgil con l’obiettivo di celebrare un 25 aprile nel segno dell’anti-fascismo, dell’accoglienza e dell’ integrazione. Alle 11, in Piazza Garibaldi, le celebrazioni ufficiali. Alle 12.15, al Circolo Aternino, l’omaggio al partigiano pescarese Adolfo Ceccherini e, a seguire, lo spettacolo della Compagnia dei Guasconi ‘Banditen’. Alle 13.30, al Parco De Riseis, pranzo sociale in collaborazione con l’Arci. Alle 14 presentazione del libro di Francesco Filippi ‘Mussolini ha fatto anche cose buone’ e alle 15.30 dibattito con i candidati alla carica di sindaco. Alle 17.30 l’evento clou della giornata, con la marcia anti-fascista che muoverà dalla Nave di Cascella verso Piazza Sacro Cuore. Alla stessa ora, in piazza Zambra a Manoppello, si terrà l’evento intitolato ‘Pietransieri, una storia di resistenza civile pagata con il sangue’, a cura di Anpi Val Pescara.

Intanto questa mattina la solenne celebrazione con la deposizione delle corone in Piazza Garibaldi davanti il monumento dei caduti. Oltre al  consueto rito militare coordinato dalla Direzione Marittima di Pescara, gli interventi dell’arcivescovo di Pescara Mons. Tommaso Valentinetti che ha ribadito con forza, oggi più che mai, gli alti valori cristiani della libertà e dell’accoglienza come baluardo di fronte alle nuove forme di razzismo e quello, particolarmente apprezzato, del sindaco Marco Alessandrini che ha scelto come incipit le parole di Liliana Segre, una delle ultime sopravvissute ad Auschwitz, nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

“Ho resistito, perché sono stata amata, scegliete sempre la vita perché è meravigliosa”

Con queste poche righe Alessandrini ha voluto iniziare il suo intervento per la festa del 25 aprile, concentrando l’attenzione sui sentimenti che hanno animato la resistenza della Segre alla morte e al nazismo, perché sono stati gli stessi che hanno mosso il coraggio, i passi e le gesta dei nostri partigiani, coloro che hanno combattuto perché il nostro Paese scegliesse la vita. A conclusione della commemorazione in Piazza Garibaldi, l’appuntamento al Circolo Aternino per lo spettacolo della Compagnia dei Guasconi “Banditen”, ma soprattutto per l’omaggio agli ultimi eroici partigiani ancora viventi come Nicola Cappellucci, 95 anni, e soprattutto al partigiano pescarese Adolfo Ceccherini:

“Dalla fuga dalla Marina Militare verso una Pescara devastata dai bombardamenti – ci confida Ceccherini – la consapevolezza che bisognava combattere dalla parte giusta, ecco come decisi di scendere in campo per la liberazione del mio Paese, ricordo le attività di spionaggio nei giorni drammatici della battaglia di Ortona, e il senso di accoglienza dei contadini quando noi disertori, ancor prima di essere partigiani, cercavamo di metterci al riparo dalla furia nazista.”