SOS associazioni: “Ok Regione fanghi Ortona vicino Cerrano”

SOS associazioni: “Ok Regione fanghi Ortona vicino Sic Cerrano. Per Area Marina Protetta è ‘attacco feroce a biodiversità.”

“Sversamento in mare di 342.694 metri cubi di sedimenti di dragaggio provenienti dal porto di Ortona nel sito ABR01D, nei pressi del sito di interesse comunitario (Sic) Torre del Cerrano, appena 6 km dal confine dell’omonima Area Marina Protetta e 2,5 km dalla zona contigua di protezione esterna”. Lo prevede l’autorizzazione concessa dalla Regione Abruzzo, come rendono noto Wwf e Legambiente denunciando il fatto che non è stata neppure effettuata l’obbligatoria procedura di Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) che non può essere esclusa in base alla normativa vigente. Per Pietro Palozzo, membro del Cda dell’Area protetta, è “un attacco feroce alla biodiversità che il parco tenta di tutelare. I potenziali effetti negativi sono enormi, già solo i danni da soffocamento potrebbero essere rilevanti”. Wwf e Legambiente stanno valutando azioni giudiziarie. “Il fatto che siano state imposte prescrizioni conferma che si dovrebbe operare in un sito delicato, ma non si può non osservare che sono insufficienti”.

“È vero che nel 2011 nello stesso sito – si legge in una nota delle associazioni – vennero depositati materiali dragati dal porto di Pescara, ma si tratta di un precedente di scarso significato: le quantità interessate allora erano enormemente inferiori: 72.621 metri cubi a fronte degli attuali 342.694, ma soprattutto all’epoca non era stato ancora istituito il Sic e non esistevano le misure di tutela oggi in vigore, a cominciare proprio dalla Vinca. Monitoraggio acustico e dell’aria, controllo del moto ondoso e dei venti, sversamenti solo nel periodo di fermo-pesca, riduzione per quanto possibile dell’intorpidimento delle acque, modalità di rilascio dei fanghi – prosegue la nota di Wwf e Legambiente – appaiono più come consigli di buon senso, cui chiunque operi in mare dovrebbe sottostare, piuttosto che come reali garanzie di tutela ambientale. Tra l’altro, chi potrà mai controllare che tali prescrizioni vengano rispettate davvero e chi stabilirà quale sia la ‘rilevante entità’ dei venti e dei moti ondosi in base alla quale gli sversamenti dovrebbero essere evitati?”.