Agronomi critici su abbattimento pini Altopiano delle Cinque Miglia

Il Presidente dell’Ordine degli Agronomi d’Abruzzo, Matteo Colarossi, in una nota esprime forti critiche contro l’abbattimento dei pini sull’Altopiano delle Cinque Miglia. Un provvedimento, è stato definito, frettoloso e privo di logica. Andava fatta prima una valutazione di stabilità arborea.

L’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, tramite il suo Presidente, il Dottore Forestale Matteo Colarossi interviene a seguito dell’abbattimento dell’alberatura stradale di Pino nero (Pinus nigra Arnold.) della statale dell’Altopiano delle Cinque Miglia.

“Quest’Ordine, avendo appreso dalla stampa della decisione di abbattere i Pini neri da Parte dell’Anas esprime la sua perplessità per un provvedimento che ci appare frettoloso e privo di una procedura tecnica e logica.

Secondo noi, si legge nella nota, si sarebbe dovuto procedere prima con una valutazione di stabilità arborea di tutte le piante di Pino attraverso la valutazione visiva speditiva (Visual Tree Assestment) utilizzata in tutto il mondo occidentale dai dottori Agronomi e dai dottori Forestali, regolarmente iscritti ad Albo, che avrebbe permesso di mettere in sicurezza l’alberatura con l’abbattimento degli esemplari malati o con difetti strutturali e la salvaguardia delle piante sane e stabili. Tali procedure sono infatti in uso in tutta Italia ma anche nella città di Pescara dove il nostro Ordine segue e propone soluzioni all’amministrazione e ai nostri tecnici abilitati che ricevono commissioni esterne. I Dottori Agronomi e Dottori Forestali sono infatti i professionisti titolati e competenti per Ordinamento per le valutazioni di stabilità arborea, la cure delle piante, la loro messa in sicurezza e in generale tutto il verde urbano e viario. Per tale ragione, l’ordine ha scritto una lettera al compartimento Anas Abruzzo per esprimere le perplessità di tale decisione e per che tale intervento
frettoloso non si replichi più senza valutazione di stabilità arborea preventiva affidata a Dottori agronomi e Dottori forestali regolarmente iscritti e privi di procedure disciplinari e penali incorso. Inoltre, Conclude Il presidente Matteo Colarossi, abbiamo proposto all’Anas la nostra collaborazione tecnico-istituzionale fra i nostri Enti, anche con una convenzione, al fine di equilibrare sicurezza e salvaguardia di beni arborei e paesaggistici come lo sono diverse alberature stradali regionali”.

Sulla vicenda da registrare anche la dura presa di posizione del WWF che in una nota si dice sgomenta ed annuncia azioni per ristabilire la memoria di quella strada:

In pochi giorni è stato cancellato uno dei luoghi più caratteristici della nostra regione. Circa 70 pini posti ai margini del strada statale 17 nell’Altopiano delle Cinquemiglia in provincia di L’Aquila a oltre 1200 metri di altitudine sono stati abbattuti per questioni di sicurezza, modificando completamente la percezione della piana. L’attuale versione del codice della strada, recentemente confermata da una sentenza della Corte di Cassazione che ne ha stabilito l’applicabilità anche agli alberi già esistenti, impone per le alberature stradali una distanza di sei metri dal ciglio. In questo modo però si rischia di stravolgere la fisionomia di strade e viali alberati che da sempre costituiscono una caratteristica del Bel Paese. Tutelare il paesaggio significa tutelare la storia e la cultura di un luogo e di chi lo abita. Vuol dire preservare la memoria delle scelte compiute nel passato dai nostri avi che spesso sono stati capaci di gestire il territorio con maggiore attenzione e senso del bello di quanto riusciamo a fare noi oggi.   Inoltre, tale misura non sempre determina quella sicurezza in più che la norma vorrebbe ottenere. La totale cancellazione di alberi lungo le strade ha come effetto, infatti, l’aumento della velocità da parte degli automobilisti con il conseguente aumento del rischio di incidenti. Cancellare la storia di un luogo per consentire di mantenere un’andatura elevata, e guadagnare così pochi minuti sui normali tempi di percorrenza, rappresenta una perdita di identità per tutti noi. Nel caso specifico, poi, la piantumazione di alberi lungo questo tratto della strada statale 17 era stata voluta fin dai secoli scorsi per indicare meglio il tracciato durante le tormente di neve, frequenti nel periodo invernale. L’eliminazione di tutte le alberature provocherà così, oltre alla trasformazione del paesaggio, anche una maggiore difficoltà nell’individuazione della strada in caso di maltempo, determinando così un ulteriore aumento del rischio-incidente.

“Il danno è stato ormai fatto, ma si potrebbe pensare ad un’azione comune per ristabilire la memoria di questa strada”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato del WWF Abruzzo. “Perché non proviamo a pensare come facevano i nostri nonni? Immaginiamo di costruire un percorso di montagna tenendo presente la bellezza dei luoghi che stiamo attraversando e non semplicemente l’esigenza di correre verso la nostra meta lungo una striscia di asfalto. Come WWF lanciamo un appello affinché gli enti competenti lavorino insieme all’Ordine degli Agronomi, all’Ordine degli Architetti e dei Pianificatori e alle Associazioni ambientaliste per ricreare un’alberatura lungo questo tratto della strada statale 17 utilizzando essenze autoctone e mantenendo le distanze che oggi impone la normativa vigente. Sarebbe un bel segnale di attenzione a un territorio e ad un paesaggio straordinari che possono essere un grande attrattore turistico”.

IL SERVIZIO DEL TG8