Ognissanti e Defunti: in Abruzzo, lettere e fiori per chi non c’è più

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Sono i giorni del ricordo, della memoria e della nostalgia per quanti hanno perso i propri cari: anche in Abruzzo rifioriscono i cimiteri, ma più che i petali, sono le lettere a essere poste vicino alle tombe.

Non solo fiori che, come ogni anno, a inizio novembre, colorano i camposanti dove, per chi crede, dormono i defunti, come indica l’etimologia della parola greca “cimitero.” Sono i giorni della memoria, della nostalgia, del ricordo. I giorni in cui chi non c’è più ti manca, come nelle feste, a Natale, a Pasqua, ai compleanni, quando vedi quel posto a tavola vuoto. Chi ha fede dice che loro ci sono accanto anche se noi non li vediamo, chi ha fede prega, ama, ricorda ancora più intensamente e ringrazia Dio per avergli dato una persona cara, piuttosto che arrabbiarsi per avergliela tolta.

Tant’è che ora, percorrendo le vie dritte e strette dei cimiteri, più che il colore dei fiori, balza all’occhio il bianco di fogli e bigliettini. Sono spesso colmi di pensieri, dediche, lettere scritte rigorosamente a mano che vengono lasciate sulle tombe dei propri congiunti. Un modo, questo, per tenere saldo il sottile filo che unisce cielo e terra, tracciato da una penna o da una matita e non c’è nulla che possa cancellarlo.

I fiori passano, appassiscono, le parole restano, soprattutto quando sono scritte e ben impresse sul foglio che le contiene. Fede e tradizione si uniscono in questi giorni: in alcuni paesi c’è l’usanza di lasciare un posto a tavola per cena, la notte, affinché chi non c’è più possa sedersi. Ma ora ci sono le lettere che, come dice qualcuno, “hanno come postini gli angeli” per recapitarle a destinazione. Caro…,cara…,cari…, si inizia così e poi i pensieri che diventano parole e qualche lacrima scende giù a lasciare una macchia nera sul foglio che di lugubre ha ben poco, però, perché diventa una dolce cicatrice e, quando chi è Lassù leggerà, dicono altri, “quella macchia scomparirà per raccogliere tutte le lacrime versate e trasformarle nei colori dell’arcobaleno.”

La nostra società considera spesso la morte un tabù, è difficile parlarne, ma quando bussa e sfonda la porta portandosi con sé uno dei tuoi cari, ti rendi conto che questa è una delle fasi della vita. Difficile farsene una ragione, difficile trovare un perché, soprattutto del dolore. Nei camposanti, oggi e domani, oltre ai fiori ci saranno, dunque, pensieri, poesie, parole e anche oggetti della loro quotidianità che ci fanno sentire ancora in famiglia coloro che sono passati ad altra vita. Una vita nuova, per chi crede, in attesa del risveglio e di ritrovarsi di nuovo tutti insieme, magari con quella lettera conservata oltre le nuvole.

IL SERVIZIO DEL TG8