Coronavirus Abruzzo: Soa, la fauna selvatica torna in città

Coronavirus Abruzzo: Stazione Ornitologica Abruzzese, con l’isolamento dei cittadini torna la fauna selvatica in città.

L’emergenza internazionale Coronavirus costringe ormai da giorni la cittadinanza a restare il più possibile nelle proprie abitazioni. Lo sfollamento delle aree di ritrovo pubbliche, parchi, giardini, quartieri e zone periferiche hanno dunque favorito il riavvicinamento di alcune specie selvatiche che negli ultimi giorni sono state frequentemente avvistate nel pescarese. Facendo riferimento alle segnalazioni di esemplari, erroneamente definiti, Bambi o camoscio avvenuti in questi giorni nell’area metropolitana del capoluogo adriatico, e all’impatto verificatosi il giorno 23/03/20 tra una vettura e un cervo sull’asse attrezzato all’altezza del centro commerciale Megalò, occorre precisare che si tratta in tutti i casi di esemplari di capriolo (Capreolus capreolus).
Come dichiarano

“Il capriolo è un piccolo cervide di dimensioni simili a quelle di un cane da pastore tedesco, che da qualche anno ha ricolonizzato le aree collinari e costiere della nostra regione, a seguito delle reintroduzioni effettuate nei parchi nazionali, preferendo ambienti a mosaico costituiti dall’alternanza di piccoli boschi e campi coltivati che gli hanno permesso una perfetta integrazione anche nelle nostre zone di campagna collinare”, dichiarano Maria Elena Napoleoni e Riccardo Cerquitelli, attenti osservatori della nostra fauna. “Non si tratta di un animale sconosciuto, ma solo di una delle specie che in un passato recente sono scomparse a causa della caccia.”

Questi animali sono attivi prevalentemente nelle prime ore serali e del mattino, non di rado frequentando parchi e giardini in periferie e piccoli centri abitati, ma se non disturbati si osservano anche in pieno giorno come è comune in molte nazioni del nord Europa, dove i caprioli brucano indisturbati accanto alle autostrade in pieno giorno.

Le numerose attività che abitualmente si svolgono all’aperto, divenute negli ultimi giorni oggetto di divieto, hanno probabilmente permesso alla fauna selvatica di sentirsi meno disturbata, favorendo numerosi avvistamenti nei centri abitati di questi e altri animali selvatici.

Tra i casi analoghi di animali che in questi giorni di quarantena è stato possibile osservare con maggior facilità anche in aree insolite, riportiamo, ad esempio, i delfini avvistati sotto le banchine nei porti di Cagliari e Trieste, o ancora le lepri avvistate nei giardini di Milano. Si potrebbero riportare numerosi altri esempi di animali che in qualche modo si riappropriano degli spazi lasciati dagli uomini durante questa emergenza sanitaria internazionale. È il caso ad esempio anche di uccelli rapaci come il Falco di palude o lo Sparviere fotografati dagli ornitologi della SOA addirittura dalle finestre delle case a Santa Teresa di Spoltore e a Casalincontrada.

È bene ricordare che i caprioli non costituiscono alcun genere di minaccia per l’uomo. In caso di avvistamento è raccomandabile non cercare di disturbarli tentando di inseguirli, avvicinarli o nutrirli, bensì di limitarsi a osservarli, mantenendo una distanza che non arrechi disturbo all’animale e, solo in caso di necessità, segnalare la presenza alle autorità competenti.

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