Infn: sotto al Gran Sasso “Luna” esplora il cuore delle stelle

Che cosa avviene nel cuore delle stelle dove, da miliardi di anni, sono prodotti gli elementi che compongono la materia? Come si sono formati e distribuiti tutti gli elementi chimici nell’universo? A che cosa serve saperlo?

A cercare una risposta a queste e altre domande è l’esperimento internazionale “Luna” (Laboratory for underground nuclear astrophysics), l’unico acceleratore al mondo a essere installato in un laboratorio sotterraneo schermato dai raggi cosmici, sotto alle rocce del Gran Sasso. Che compie 25 anni e si prepara a evolvere, crescere, andare avanti per altri decenni, perché come spiega il ricercatore Paolo Prati, professore all’università di Genova, responsabile attuale del progetto, l’universo è ancora avvolto in un grande mistero tutto da esplorare.

L’esperimento Luna è stato al centro di una conferenza ai Laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso, dove ricercatori provenienti da centri di ricerca italiani e internazionali, si sono confrontati per fare il punto sull’esperimento. Sono 14 gli istituti che in tutto il mondo danno un contributo a “Luna” per studiare alcune reazione specifiche che hanno luogo nelle stelle.

Il cuore di “Luna” è un acceleratore lineare di piccole dimensioni che fornisce fasci di idrogeno e di elio con corrente molto elevata. Per inviarli poi su un bersaglio solido o gassoso e indurre reazioni di fusione nucleare. Successivamente alcuni rilevatori al silicio, al germanio o cristalli scintillanti fotografano i prodotti delle collisioni e identificano la reazione a partire dalle particelle prodotte e dalla radiazione emessa. L’esperimento Luna si prepara ora ad affrontare un secondo importante step.