Coronavirus Abruzzo: Cnsas, “La montagna non scappa, state a casa”

Coronavirus Abruzzo. Il presidente regionale del soccorso alpino e speleologico si appella ai cittadini: “La montagna non scappa: restate a casa”.

Alla campagna di sensibilizzazione #iorestoacasa aderisce anche il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, che in questi tempi di emergenza sanitaria invita tutti a restare a casa. Anche se il richiamo della montagna è forte, scialpinismo, ciaspolate, escursioni, esplorazioni speleologiche e arrampicate possono aspettare, perché la montagna non scappa.

“Il Soccorso Alpino e Speleologico chiede agli sportivi e appassionati di limitare fortemente, o rinunciare, alle attività in montagna e in grotta: scialpinismo, ciaspolate, escursioni, esplorazioni speleo e arrampicate. Eventuali incidenti potrebbero aumentare il carico di lavoro degli ospedali e dei medici italiani, fortemente provati dall’emergenza Coronavirus. Ti chiediamo di attenerti scrupolosamente alle indicazioni della Protezione Civile e di rinunciare a spostamenti non necessari e alle attività sportive potenzialmente pericolose, anche nei pressi della tua abitazione. #iorestoacasa”

In tempi di emergenza sanitaria come questo è più che mai necessario restare a casa: lo dice forte e chiaro anche Daniele Perilli, presidente regionale del Cnsas (corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), alla luce anche dei primi casi di cittadini multati per aver violato il divieto di spostamento, previsto dall’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) di lunedì 9 marzo 2020, che riduce ai soli casi di esigenze lavorative, motivi di salute e situazioni di necessità gli spostamenti possibili sul territorio nazionale per ridurre al minimo il contagio da coronavirus.

“Chi esce per andare in montagna violando le regole, mette a rischio anche la vita dei soccorritori”, spiega Daniele Perilli. “La montagna è sempre lì e non scappa, perciò può aspettare”.

Il presidente regionale del soccorso alpino e speleologico invita gli appassionati di trekking e sport di montagna a essere prudenti e a rispettare le regole.

“Chi viola le regole del Dpcm mette a rischio anche la salute dei soccorritori”, aggiunge Perilli. “Soccorrere uno sconosciuto significa non poter oggettivamente rispettare le distanze di sicurezza e dunque esporre i soccorritori a un possibile contagio, calcolando tra l’altro anche l’ulteriore difficoltà dettata dalla carenza di dispositivi sanitari di sicurezza per prevenire il contagio dei volontari. Dunque state a casa: la montagna può aspettare”.

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