Pescara: “Gabbiani uccisi da bocconi con all’interno uncini e ferro”

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La denuncia choc di un ragazzo di Pescara impegnato nel mondo dell’ambientalismo: “C’è chi dà bocconi con all’interno uncini e altro materiale metallico per uccidere i gabbiani”.

Un racconto che ha dell’incredibile raccolto da alcuni residenti, da parte di un giovane impegnato nella tutela dell’ambiente e degli animali: c’è chi ha messo in atto un meccanismo che definirlo crudele è un eufemismo. Poiché, evidentemente, i gabbiani fiutano sostanze velenose all’interno del cibo, c’è chi si è ingegnato con una perfidia scientifica a mettere in atto un meccanismo in grado di uccidere i gabbiani e non si sa nemmeno per quale motivo. Ci si muove probabilmente anche da fuori città per giungere in zona porto, si prepara del cibo, come mollica di pane ad esempio, e all’interno si piazzano uncini o altro materiale metallico in grado di soffocare e lacerare i poveri gabbiani. C’è di più, sempre dal racconto di questo giovane di cui manteniamo l’anonimato: chi prende cerotti per sigillare il becco dei volatili. Lo scopo? Non è dato saperlo. I gabbiani, ormai, hanno imparato a fidarsi degli uomini. D’altronde il cibo scarseggia e si arrangiano come possono ma non creano problemi come in altre città in cui sono particolarmente famelici.

Poi ci sono i pescatori che li hanno presi in simpatia e, quando rientrano in porto con i loro pescherecci, gli scarti del pesce sono tutti per loro, i bianchi volatili simbolo di libertà e macchiati da chi architetta vere e proprie torture del genere. Coccolati da pescatori, di sicuro quando sono sul molo e quando non sono in mare, i marittimi sapranno vegliare sui gabbiani, alla triste luce di questi episodi. Dopo gatti, cani, piccioni, ora sono i gabbiani nel mirino di chi, evidentemente, trova sfogo in azioni umanamente, appunto, incomprensibili.

Al momento non ci sono riscontri anche se il ragazzo che ha denunciato il tutto ha riferito di aver visto dai 20 ai 30 gabbiani morti nella zona dei trabocchi a Pescara. L’appello è a chi ha assistito a gesti del genere a denunciare, anche se anonimamente.”Chi è l’uomo e chi la bestia?”, chiosava qualcuno con un aforisma a cui non aggiungere altro.