L’Aquila: droga, sgominata organizzazione di marocchini e macedoni

Formalmente erano braccianti di aziende agricole nel Fucino, ma nella realtà vivevano di spaccio: sono 7 le custodie cautelari e un obbligo di dimora i provvedimenti eseguiti all’alba di oggi dalla Squadra Mobile della questura dell’Aquila.

Provvedimenti a carico di altrettanti cittadini marocchini e un macedone accusati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

A dirigere le operazioni il vice questore aggiunto e dirigente della Mobile Tommaso Niglio, che ha rimarcato quella che ormai è una realtà consolidata: L’Aquila non è soltanto una zona di passaggio nel mercato dello spaccio d stupefacenti, non è soltanto luogo di spaccio ma sempre più anche di stoccaggio. La droga – in questo caso esclusivamente cocaina – veniva richiesta da una clientela trasversale, fatta di studenti, professionisti, commercianti, industriali, segno che questa sostanza in particolare ha sempre più appeal nei confronti della popolazione a tutti i livelli. I 7 cittadini marocchini e il macedone – tutti con regolare permesso di soggiorno proprio perché formalmente assunti come braccianti in aziende che, però, sono risultate estranee all’organizzazione – verranno immediatamente espulsi.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, partite tra il 2016 e il 2017, il gruppo gestiva come una vera e propria organizzazione criminale principalmente due piazze di spaccio, tra la Marsica e L’Aquila. Ma è nel capoluogo che si concentrava l’attività degli spacciatori, soprattutto nel centro storico del Comune di Preturo e nel parcheggio del centro commerciale “Il Globo” alla periferia ovest della città .

Su 77 episodi di spaccio, 8 sono avvenuti ad Avezzano, 1 a Celano e i restanti all’Aquila. Una vera e propria organizzazione, con vedette, chiamate in codice (la droga veniva chiamata “birra” o “carne”) e vendita al dettaglio. Gli spacciatori non portavano mai con sé quantitativi ingenti di droga, per evitare contestazioni di spaccio e coprirsi dietro l’uso personale. Un aspetto, quest’ultimo, che ha complicato le indagini.

A partire da lunedì 1 ottobre il dirigente della Mobile Tommaso Niglio lascerà L’Aquila per 9 mesi per partecipare a un corso di alta formazione propedeutico a una futura promozione.