Aragno brucia ancora. Addio a una pineta vecchia di 60 anni

Soltanto questa mattina gli abitanti del piccolo centro di Aragno, frazione dell’Aquila, si sono sentiti davvero fuori pericolo. La pineta vecchia di 60 anni, nella quale hanno lavorato anche tanti di loro da ragazzi, però, non c’è più.

Lo dicono dispiaciuti, fronte aggrottata e occhi puntati sulla montagnola che separa Aragno da Assergi, dove pure le fiamme hanno fatto danni. Il vasto incendio da ieri mattina ha bruciato circa 100 ettari di terreno, di cui 70 di bosco di conifere. Restano in silenzio, o parlando di quanto la mano dell’uomo possa essere “pericolosa”, gli anziani del paese, seduti sul muretto di piazza del Monumento da cui ieri Olindo, 76 anni, per primo si è accorto che il sottobosco stava bruciando. “Ho chiamato subito il maresciallo di Assergi”, racconta, “che ha allertato i soccorsi”.

Operazioni per lo spegnimento delle fiamme – diversi i folocai individuati a distanza, anche se difficile capire se appiccati tutti o se stimolati dal vento che ieri non ha aiutato l’attività dei soccorsi – sono andate avanti per tutta la giornata di ieri, sino alle 20,20, con due canadair arrivati da Genova e tre elicotteri dei carabinieri-forestale. Durante la notte è rimasto un presidio di volontari di protezione civile, vigili del fuoco, carabinieri-forestale, ma le operazioni sono riprese nella prima mattinata, anche perché i focolai non accennano ad attenuarsi, nonostante le fiamme siano state domate. le alte temperature, davvero straordinarie per L’Aquila, non iutano le operazioni.

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Fortunatamente il vento si è calmato e per i 5 mezzi aerei è più facile mirare con precisione ai focolai attivi. Soltanto nel pomeriggio a dare manforte ai mezzi aerei eseguono passaggi con sgancio di acqua ogni 8-10 minuti) interverranno anche uomini da terra, soltanto però se le operazioni di bonifica lo consentiranno essendo la zona impervia e difficile da raggiungere. I canadari si riforniscono al lago di Campotosto, mentre gli elicotteri tramite una cisterna posizionata in un campo base al campo sportivo presidiato dai volontari della protezione civile poco all’esterno del centro abitato. Si tratta di vasche di riempimento mentre altri mezzi ieri si erano serviti anche del piccolo lago sportivo di Tempera. La matrice dolosa dell’incendio sembra confermata. Il fronte dell’incendio si estende per circa 3 chilometri.

L’incendio fin dall’inizio ha assunto i contorni della estrema gravità tanto che il Comune dell’Aquila è stato costretto ad attivare il proprio centro operativo (Coc) e a tenersi pronto anche per l’eventale evacuazione dei cittadini, eventualità oggi rientrata. Non ci sono pericoli per le abitazioni, in quanto l’incendio, appunto, è divampato piuttosto in quota. “Un incendio sicuramente non spontaneo, qualcuno gioca con queste coseed è veramente assurdiùo”, dice il neo assessore alla Protezione civile Emanuele Imprudente, che lancia un appello: “Esortiamo i cittadini a segnalare qualsiasi focolaio venga avvistato, chiamando il 115 (i vigili del fuoco)”. Il Comune, inoltre, esorta i cittadini delle fasce più deboli della popolazione a non uscire di casa se non in casi strettamente necessari e a bere acqua e consumare cibi freschi come frutta e verdura per fronteggiare il caldo. Incendi anche nel Pescarese.

IL SERVIZIO DEL TG8:

INCENDI: DA PEZZOPANE (PD) INTERROGAZIONE SU AUTOBOTTI FERME IN ABRUZZO

La senatrice del Pd Stefania Pezzopane, eletta in Abruzzo, annuncia che sta presentando un’interrogazione parlamentare sulla vicenda delle autobotti ferme nel garage del Corpo Forestale dell’Aquila, mentre brucia ancora il vicino bosco di Aragno.

In un comunicato stampa la senatrice Pezzopane afferma che “Da notizie di stampa e da quanto sono riuscita a sapere da fonti interne, pare che gli automezzi (3 per alcune fonti, 5 per altre) siano stati acquistati dal ministero dell’Ambiente e che siano ancora da destinare ai parchi. Ma è bene sapere con precisione perché siano lì e per quale motivo non siano ancora in dotazione ai parchi, voglio sapere se qualcuno non ha fatto il proprio dovere, se c’è stata distrazione, superficialità o peggio. E’ per questo che ho rivolto un’interrogazione al ministro Galletti per sapere se siano fondate queste informazioni, per quale motivo le autobotti siano ancora ferme, quale sia stato l’intoppo burocratico e cosa intende fare il governo per scongiurare lo sconcerto che queste notizie destano nell’opinione pubblica, preoccupata dall’emergenza incendi. Credo che la situazione degli incendi, in Abruzzo come in Italia, sia dovuta a una serie di fattori, quali la siccità, la crisi idrica, i piromani. Il governo ha assunto una serie di provvedimenti. Restano da chiarire alcune criticità nel passaggio di competenze sullo spegnimento degli incendi boschivi dal Corpo Forestale ai Vigili del Fuoco. Dalle audizioni fatte in Commissione Ambiente al Senato emerge che quel che serve è maggiore coordinamento nel passaggio di consegne, mentre sono già in corso di attuazione interventi per dotare i Vigili del Fuoco di più personale. Quel che è certo è che, pur in presenza di una situazione anomala, e non a caso sono state inasprite anche le pene per i piromani, lo Stato con le sue articolazioni deve essere in grado di garantire efficienza nello spegnimento degli incendi”.