Abruzzesi in Venezuela: “Paese allo sbando, mandate medicine”

venezuela11

Dopo il terzo omicidio di un Abruzzese, parla la comunità italo venezuelana presente nella nostra regione:”Paese allo sbando, mandate medicine”.

L’ingegnere originario di Penna Sant’Andrea, Maurizio Alberto Celli Ursi, 54 anni, ucciso dai banditi che volevano derubarlo dell’auto durante una rapina in strada, è solo l’ultimo degli Abruzzesi assassinati in Venezuela negli ultimi giorni. Dino Rubens Tomassilli, 25 anni, di Pratola Peligna e Matteo Di Francescantonio di 21 anni di Popoli, sono stati freddati nei giorni scorsi, anche loro a colpi di pistola, probabilmente per rapina e con una freddezza spietata da un gang. In Venezuela, rapine, furti, violenze e uccisioni sono all’ordine del giorno. Nel paese sud americano vivono circa 100.000 Abruzzesi, e la situazione sta degenerano sempre di più, spiega Antonio Di Vincenzo che a Caracas ha ancora la mamma. Di Vincenzo vive ora a Montesilvano ed ha paura di tornare in Venezuela con i suoi bimbi.

“C’è anche la questione del virus Zika contro cui il Governo non fa abbastanza. Mancano le medicine – prosegue – mancano i generi di prima necessità e quando è possibile acquistarli agevolmente li si paga molto di più del valore effettivo. Il narcotraffico la fa da padrone e la classe media è quasi del tutto scomparsa. Difficoltà enormi ci sono poi per chi vuole tornare in Italia per via del cambio della moneta”.

Di Vincenzo ci dice che l’anno scorso sono state uccise, in Venezuela, per rapina 27.000 persone, più vittime che in una guerra e che “il Governo non fa nulla, anzi, la maggior parte dei cittadini si augura che questo Governo vada presto a casa.”

Aracelis Michel Velasquez, nata a Caracas, è appena tornata dal Venezuela dove ha ancora i propri cari.

“Siamo stati bene – ci dice – perché abbiamo portato viveri e medicine dall’Italia. Spero che il mio Paese, sempre stato accogliente con gli Italiani, possa riprendersi, anche se ci sentiamo un po’ abbandonati dalla comunità internazionale”.

Le rapine sono all’ordine del giorno e spesso finiscono in tragedia con l’uccisione del malcapitato. I due ragazzi abruzzesi assassinati, avevano lasciato la nostra regione, ed erano tornati in Venezuela con la speranza di un lavoro, invece hanno trovato la morte: una fine atroce. La comunità italo venezuelana in Abruzzo e gli Abruzzesi che vivono nel Paese sudamericano, fanno un appello ai corregionali, si sentono abbandonati dalla comunità internazionale, chiedono almeno medicine. Ci sono dei punti di raccolta, soprattutto di farmaci di prima necessità, in esercizi commerciali gestiti da italo venezuelani che faranno recapitare i farmaci a destinazione: è possibile portare le medicine al Rincon Latino e alla lavanderia Clean Solutions di Montesilvano e al San Marco’s Caffè di Pescara.